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“Non ho mai perso la speranza…”. Omicidio Yara Gambirasio, svolta per Massimo Bossetti

La Cassazione accoglie le richieste della difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio. I giudici hanno annullato con rinvio le ordinanze con cui la Corte d’assise di Bergamo aveva respinto come inammissibile la richiesta degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Campirini di accedere ai reperti. Ora si torna a Bergamo e altri giudici dovranno nuovamente pronunciarsi sulla possibilità che la difesa possa accedere ai reperti – tra cui i campioni di Dna, prova regina nei processi, e gli abiti della vittima – su cui è stata decisa la condanna di Bossetti che detenuto nel carcere milanese di Bollate può tornare a sperare in un’eventuale revisione del processo.

La decisione della Cassazione restituisce la palla ai giudici di Bergamo che non potranno non tener conto però delle indicazioni odierne e dunque l’ipotesi più concreta e che a breve verranno fissate le modalità con cui la difesa di Bossetti, insieme ai propri consulenti, avrà accesso ai 98 reperti, tra cui i 54 campioni di Dna trovati in particolare sugli slip della vittima e gli indumenti della 13enne scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre 2010 e trovata tre mesi dopo in un campo incolto a Chignolo d’Isola. (Continua a leggere dopo la foto)


Nel novembre 2019 la corte d’Assise di Bergamo aveva accolto e autorizzato l’analisi dei reperti, ma subito dopo aveva negato la possibilità al pool difensivo di precedere. Un dietrofront che ha portato gli avvocati di Bossetti a ricorrere in Cassazione per poter avere visione delle tracce genetiche su cui si fondano le sentenze di condanna. La decisione di oggi è decisiva in vista di un’eventuale richiesta di revisione del processo. (Continua a leggere dopo la foto)

“Una decisione che ci soddisfa e che ci fa ben sperare nella possibilità di ottenere giustizia. Sono molto contento per Massimo e ora speriamo di poter aver accesso a quei reperti che ci sono sempre stati negati e con cui siamo sicuri di poter dimostrare l’innocenza di Bossetti”, commenta all’Adnkronos l’avvocato difensore Claudio Salvagni. Bossetti sta scontando la sua condanna nel carcere milanese di Bollate. “Ha vissuto gli ultimi giorni con ansia. Spero di poterlo andare a trovare domani, sicuramente saprà della notizia dalla stampa e non potrà che esserne felice. Lui è sempre stato fiducioso e non ha mai perso la speranza”, conclude l’avvocato. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Non ho mai perso la speranza, sono sempre stato convinto che la giustizia mi darà ragione. Credevo che già i giudici dell’appello ci avessero concesso la perizia sul Dna, con la decisone della Cassazione ora potremo analizzare quei campioni genetici che dimostreranno che io non ho ucciso Yara”. Così Massimo Bossetti ha vissuto l’attesa del verdetto della Corte Suprema. Le parole di Bossetti – riportate dall’Adnkronos – sono state confidate all’avvocato Salvagni che, come il suo assistito, ha vissuto con “ansia e speranza” questo periodo.

“Quelle effusioni nella notte non le avete notate?”. GF Vip, spuntano i nomi spuntano. E chi sa, ora parla: “Sono quei due, uomini…”

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