C’è una svolta nella scomparsa di Mara Favro, la donna di 51 anni della quale si sono perse le tracce tra il 7 e l’8 marzo scorsi. Della sua sparizione se n’è occupata anche la trasmissione Chi l’ha visto?, ma lei non è mai stata ritrovata. Il fratello aveva deciso di fare un esposto alla procura di Torino, ipotizzando dei reati gravi. E ora potremmo essere vicini alla verità.
La scomparsa di Mara Favro è avvenuta in provincia di Torino, precisamente in Val di Susa, e i carabinieri lavorano incessantemente per capire cosa sia potuto succedere. L’ipotesi che sia stata assassinata sta diventando predominante, infatti i militari hanno ascoltato anche i vicini di casa della 51enne. Alcune nuove testimonianze farebbero emergere dei dubbi importanti.
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Scomparsa di Mara Favro: ora si sta indagando per omicidio
L’esposto dopo la scomparsa di Mara Favro da parte del fratello si riferiva proprio al possibile omicidio con conseguente occultamento di cadavere e ora la magistratura sta indagando proprio in questo senso. Date e orari al momento della sua sparizione non coinciderebbero più, quindi pare che la 51enne non fosse a lavoro. Due testimoni hanno riferito di averla vista nella sua abitazione alle ore 20.30 e alle ore 21.30 del 7 marzo. Poi ci sarebbe un messaggio inviato dalla cameriera l’8 marzo al suo datore di lavoro, nel quale rivelava di non voler più lavorare nel suo locale. Ma questo messaggio non sarebbe più reperibile.

Quindi i dubbi principali si concentrerebbero sul datore di lavoro, che ha una pizzeria a Chiomonte. Il cellulare della donna non è possibile averlo. Questo il racconto dell’uomo: “Mara Favro la sera tra il 7 e l’8 marzo è andata via con il pizzaiolo, con la macchina di lui, anche se lui non aveva la patente”. Poi lei sarebbe andata in un pub e, grazie ad un camionista, sarebbe ritornata indietro per aver dimenticato le chiavi di casa e le sigarette. Poi avrebbe camminato sulla statale 24, a piedi e quindi al buio, per circa sette chilometri.


Il datore ha aggiunto, come riportato dal sito Leggo: “Non potevo accompagnarla io, visto che non posso uscire dopo la mezzanotte”. Ma il pizzaiolo ha affermato: “Non ho accompagnato nessuno. Non ho la patente. Lei mi ha dato uno strappo fino al tornante stradale di Susa, perché era venuta a lavoro in auto. Mi disse che la macchina era guasta”. Il datore ha detto ancora: “La sera che Mara è scomparsa, alle tre e mezza circa, come ogni notte o quasi, la pattuglia dei carabinieri è venuta a controllarmi a casa”. Infatti, l’uomo è in libertà vigilata per i reati di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, riduzione in schiavitù e sfruttamento della prostituzione. Ma si dice estraneo alla sparizione di Mara Favro.