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“Violentata e riempita di botte”. Loredana Bertè, confessione choc a Verissimo: lo ha sempre tenuto nascosto

Loredana Bertè, finalmente raggiunge i 70 anni di età. Un grande giorno da festeggiare come merita. Un animo sensibile dietro la corazza che tutti conoscono, Loredana Bertè è diventato un simbolo nel mondo della musica. La cantante ha deciso di festeggiare la meta nello studio di Verissimo, dove i dettagli della sua vita sono imperdibili, e altri anche molto dolorosi.

Aneddoti della propria vita, spesso nascosti dentro i suoi testi. Versi e musica intrisi di profondità. E l’occasione per raccontare alcuni significativi dettagli sarà proprio il giorno festeggerà non solo il suo compleanno, ma anche il suo omaggio alla vita stessa, mentre un pensiero, come sempre, volerà da Mimì, che continua a guardarla da lassù: “In genere non festeggio il compleanno, ma domani è anche il compleanno di Mimì e della mia carissima amica Asia Argento. Dicono che i 70 siano i nuovi 50, per una volta festeggerò anche io”. (Continua a leggere dopo la foto).


Carattere forte, temperamento passionale, lingua predisposta sempre a raccontare la verità, senza troppi giri di parole; un modo di comunicare, quello della Bertè, che ha trovato libertà proprio nella musica: “Avevo 16 anni, facevo serate con le collettine ed eravamo in giro per l’Italia. Ero l’unica vergine del gruppo e tutte mi dicevano di decidermi. C’era questo tizio che mi riempiva di fiori ogni sera, così alla fine dopo un mese ho deciso di uscire con lui”. L’episodio ha una sua narrazione drammatica. Loredana incalza. (Continua a leggere dopo la foto).

“Mi portò in un appartamento scannatoio e quando ho sentito che chiudeva la porta col lucchetto mi sono spaventata. Ero terrorizzata, mi ha violentata e riempita di botte, sono riuscita ad uscire per miracolo, con tutti i vestiti strappati. Mi reggevo in piedi a malapena, un taxi mi portò in ospedale. Non avevo potuto dirlo a nessuno, specialmente a casa, altrimenti le avrei prese anche da mia madre”. (Continua a leggere dopo le foto).

Poi un messaggio rivolto a tutte le donne: “Le uniche con cui mi sono confessata furono le mie amiche, ho tenuto tutto per me e non lo denunciai. Fu uno sbaglio, perché, care donne, al primo schiaffo bisogna denunciare”. Ma nella sua vita anche tanto amore. Quello per Adriano Panatta: “Fu un vero e proprio colpo di fulmine: appena lo vidi, pensai “Lui è mio”. E dopo l’amore la perdita, quella di Leonardo Pastore, morto per Aids: “Si era ammalato, andammo in ospedale a Parigi da Luc Montagnier. Allora nessuno conosceva l’HIV, c’era tanta ignoranza e si pensava che il contagio potesse avvenire anche solo stringendo la mano. Montagnier è stato un figlio di pu***na, si rifiutò di curarlo dicendo che gli sarebbe rimasto solo un mese di vita o poco più, invece Leonardo visse altri quattro anni. Ho cercato di far curare Leonardo nei migliori ospedali del mondo, ma nessuna compagnia aerea voleva trasportarlo. Poi Benetton mi ha dato l’aereo privato, da Parigi ho preso Leonardo e l’ho portato alla Madonnina: Benetton è stato un angelo, lo ringrazierò in eterno. Leonardo per me era un confidente, un amico”.

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