Un anno di ospedale, è costato carissimo ad una donna di 47 anni l’aver consumato una confezione di pesto artigianale acquistata al mercato. Un dramma che non aveva nessuna possibilità di essere evitato. In quel punto vendita, infatti, la donna si serviva da tanto tempo. A raccontare cosa è successo quel giorno è stata la diretta interessata che, solo dopo 12 mesi di degenza a lottare tra la vita e la morte, ora è fuori dall’incubo. Racconta: “Il pesto non aveva scadenza, non mi sono state date indicazioni sulla conservazione”.
“Ma quando l’ho mangiato era buonissimo. Era inalterato nell’aspetto, colore, profumo e sapore”. Poche ore dopo averlo mangiato lottava per la vita in una stanza del pronto soccorso. Nausea, vomito, dolori addominali fortissimi, fiato corto e lingua che formicolava. Sintomi che, all’inizio, avevano spiazzato i medici che non capivano cosa stesse succedendo al suo corpo.

Brasile, magia una confezione di pesto: in ospedale per un anno
Poi, quando la brasiliana Doralice Carneiro Sobreira Goes, ha raccontato di aver consumato pesto in barattolo tutto è sembrato più chiaro. I medici brasiliano hanno immediatamente associato al disturbo la cattiva conservazione del prodotto. La situazione però era ben più grave di un’intossicazione alimentare. All’interno c’era una tossina che poteva essere letale.

Doralice era affetta da botulismo. Si tratta di un vero e proprio avvelenamento, che produce una sintomatologia paralitica dei nervi cranici e che può portare alla morte per paralisi respiratoria. Per provocare la malattia è sufficiente ingerire un quantitativo minimo di tossina. A livello mondiale, seppur rara, il botulismo alimentare rappresenta la forma predominante, con il 90% dei casi associati al consumo di conserve preparate in ambito domestico.

Le misure di prevenzione del botulismo alimentare sono essenzialmente incentrate nel rispetto delle corrette pratiche igieniche nella preparazione delle conserve e nel controllo della germinazione delle spore, della crescita e della tossinogenesi dei clostridi produttori di tossine botuliniche. Per fortuna Doralice si è ripresa, altri non sono stati troppo fortunati.