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“Ho paura”. Covid, il dramma del cantante colpito duramente dal virus: dopo mesi questi sono gli effetti

Tra gli eventuali effetti a lungo termine del vaccino contro il coronavirus e quelli del covid, Roberto Burioni non ha dubbi. “Non essendo a disposizione la macchina del tempo che consente di viaggiare nel futuro, gli effetti a lungo termine del vaccino si sapranno a lungo termine, così come gli effetti a lungo termine del Covid-19. Io scelgo quelli del vaccino”, scrive il virologo, su Twitter, rispondendo alle domande di un utente.

“Sono vaccini nuovi, ma qualche trial di fase 1 è stato eseguito su vaccini simili sin dal 2017 e non si sono registrati effetti negativi a lungo termine. Ovvio che parliamo di poche centinaia di persone, per cui le osservazioni hanno valore limitato”, aggiunge. Il tema è d’attualità nella giornata in cui il Regno Unito ha dato il via alle vaccinazioni. “La prima vaccinazione contro COVID-19 è avvenuta stamattina in Regno Unito. E’ un grande momento”, dice Burioni sviluppando l’argomento anche su Medical Facts, “sperando che per una volta l’Italia non sia in ritardo neanche di un’ora rispetto agli altri paesi”. Continua dopo la foto


L’Italia è già indietro rispetto al Regno Unito? “No, perché l’Italia attende (saggiamente) l’autorizzazione EMA. Se dopo quella non cominceremo subito, saremo in ritardo”. L’European Medicine Agency dovrebbe esprimersi sul vaccino Pfizer il 29 dicembre, ma non è escluso che possa anticipare la decisione. “Se il 29 dicembre arriva l’approvazione al vaccino, il 30 bisogna iniziare a vaccinare e non ci si dovrebbe fermare nemmeno la notte a Capodanno”. Continua dopo la foto


“Se dovessimo perdere un mese o un mese e mezzo, non ci sarebbero solo migliaia di morti ma anche un ritorno ritardato alla vita normale”, ha detto Burioni domenica nel salotto di Che tempo che fa. Intanto, sugli effetti del Covid arriva la testimonianza di
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Non ci sono, a distanza di mesi dalla negativizzazione, solo gusto e olfatto alterati, problemi respiratori e muscolari, ma anche patologie come la perdita di memoria e di concentrazione. Un problema, quest’ultimo particolarmente ostico per un cantante d’opera: «Temo di non essere più quello di prima, ho difficoltà ad imparare nuova musica, anche se si tratta di parti molto semplici».

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