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Enzo Paolo Turchi in lacrime da Pierluigi Diaco: “Sono morte tutte e due…”

Tra gli ospiti di Pierluigi Diaco nell’ultimo appuntamento andato in onda di Io e Te Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo. Lunedì 27 luglio 2020, il coreografo campano e la moglie ballerina e showgirl sono stati protagonisti del faccia a faccia nel salotto di Rai1. La coppia, che è amatissima dal pubblico, ha ovviamente parlato della carriera, degli esordi e anche dell’amore che li lega da tanti, tantissimi anni e della gioia di aver avuto la figlia Maria.

Enzo Paolo e Carmen, poi, si sono commossi fino alle lacrime in trasmissione guardando un filmato a loro dedicato. Il servizio di Paola Tavella li colpiti moltissimo, tanto che Turchi, poco prima di dare inizio all’intervista, ha detto al padrone di casa: “Sei tremendo, ci fai emozionare sempre… avevo detto che stavolta saremmo stati allegri”. (Continua dopo la foto)


Spazio anche a un videomessaggio speciale inviato proprio dalla loro Maria, che ha sottolineato come con il papà ami fare tantissime cose. Ma il momento più toccante dell’intervista che ha commosso lo stesso Diaco è arrivato quando il coreografo e ballerino ha parlato della sua infanzia, che è stata molto particolare, e rivelato un momento molto duro della sua vita. (Continua dopo la foto)

“In famiglia ho avuto problemi – ha esordito Enzo Paolo Turchi nello studio di Io e Te – sono morte due sorelline, una a 18 mesi ed una a 11 anni. Non ero nato ancora, io sono nato subito dopo. I miei genitori hanno vissuto una cosa tremenda, mio padre andò via. Mia mamma non sapeva neanche perché, con la testa non ci stava più”, ha detto sciogliendosi in lacrime così come la moglie. (Continua dopo le foto)

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“Sono nato nei Quartieri Spagnoli – ha poi proseguito il coreografo raccontando la sua infanzia -Si usciva al mattino per poter fare qualcosa e guadagnare qualche soldo per poter comprare un panino. A 6 o 7 anni pulivo una bisca e guadagnavo 20 lire. A casa non c’era la luce e mi ricordo una situazione tristissima ma bellissima. Nel quartiere eravamo tutti poveri. Mi ricordo che c’era una signora che si prostituiva e con i soldi che guadagnava faceva la spesa per tutti. Mia madre, poi, a sei anni mi iscrisse al San Carlo di Napoli e mi ha cambiato la vita”.

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