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“Ero sicuro di morire”. Verissimo, Samy Youssef racconta il suo dramma privatissimo. Emozione in studio

samy youssef verissimo drammatico viaggio

Non appena è stato eliminato dal Grande Fratello Vip 6 si è tolto qualche sassolino dalle scarpe. Samy Youssef è stato il terzo concorrente a dover abbandonare la Casa. Subito dopo la chiusura del televoto il giovane si è lasciato andare ad uno sfogo che ha fatto discutere. Rivolgendosi a Sonia Bruganelli e Adriana Volpe Samy ha infatti criticato il comportamento delle due opinioniste.

“Quando sono stato eliminato erano molto dispiaciute, peccato che, durante la mia permanenza in casa, non abbiano mai speso una parola nei miei confronti, o tantomeno datami l’immunità”. Tornando alla lite con Soleil Sorge lo stesso ex gieffino ha detto: “Anzi, hanno reso immune la persona che mi aveva offeso quella stessa sera. Sono stato molto sorpreso, considerando che ero l’unico a non avere preparato le valigie, però ho capito che nella vita non bisogna dare nulla per scontato”.

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In ogni caso ora la parentesi del GF Vip è chiusa e per Samy Youssef è arrivato il momento di voltare pagina. Sabato 16 ottobre il modello egiziano è stato ospite di Silvia Toffanin a Verissimo e ha raccontato la sua drammatica storia. “Ho avuto una vita dura. Sono cresciuto senza i miei genitori perché mio padre faceva il carpentiere e lavorava 13 ore al giorno. La mamma si svegliava all’alba ogni giorno. Faceva 3 km a piedi per raggiungere il primo mezzo nel buio, poi faceva 3 ore in treno per raggiungere la città dove lavorava”.

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“Facevamo la doccia in un pentolone, non avevamo un bagno – spiega Samy Yossef – Lei prendeva quel pentolone, lo caricava di frutta e verdura e andava a bussare nelle case per venderla e farci mangiare. L’ho vista piangere tantissime volte. Lei lo faceva per noi. Quando le mando dei soldi, si mette a piangere perché preferisce li tenga io. Ha sofferto tantissimo nella sua vita, è il minimo che io possa fare”. Poi il racconto del drammatico viaggio su un gommone verso l’Italia.

“Eravamo 20 persone, quando ne poteva caricare 4. Non potevo neanche respirare, perché rischiavo di cadere in mare e morire. Sono stato tutto il tempo a vomitare, mi girava la testa. Il terzo e quarto giorno capitò un’onda altissima, avevamo perso la speranza. Pensavo di morire, non pensavo di riuscire ad arrivare in Italia. Chiedevo aiuto, ma tutti pensavano a loro stessi. Ho bevuto un sacco di acqua salata, ma quando sono arrivato sulla spiaggia, sono scoppiato a piangere dalla gioia e dalla paura. Da 60 siamo arrivati in 20. Solo i minorenni sono rimasti. Io sono stato messo in una casa famiglia a Catania”. Poi fortunatamente la sua vita è cambiata: “Mi sembra di vivere un sogno” dice oggi sorridente Samy Youssef.

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