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“Non lo ammetteva”. Nadia Toffa, stavolta è Vittorio Feltri a parlare di lei. E non sono parole ‘normali’

Nelle scorse ore vi abbiamo parlato delle dichiarazioni rilasciate al ‘Corriere della Sera’ dalla mamma di Nadia Toffa, Margherita Rebuffoni. La quale aveva confessato di aver mentito a fin di bene alla figlia: “All’inizio dell’estate le ho raccontato una bugia: le ho detto che ero debilitata, che avevo bisogno di essere ricoverata alla Domus Salutis per delle cure. E le ho chiesto di venire con me, visto che avevamo promesso di non lasciarci”.

La signora aveva aggiunto: “Non sapeva che è una struttura per malati terminali. Lei è venuta a mancare lì, il giorno prima mi sono accorta che era cambiata. Ho cercato di affrontare la sua malattia con rispetto. Quando vuoi vola tesoro mio, le sussurravo”. La morte della conduttrice ed inviata de ‘Le Iene’ è stata solo fisica, visto che la sua figura è rievocata praticamente ogni giorno. Proprio domani, venerdì 20 dicembre, la città di Taranto è pronta per un gesto davvero molto significativo. (Continua dopo la foto)


Avverrà una cerimonia ufficiale per l’intitolazione a Nadia del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale ‘Santissima Annunziata’, aperto grazie ad una sua iniziativa. Adesso, a parlare di lei ci ha pensato il giornalista Vittorio Feltri, che a ‘#cr4 La repubblica delle donne’ ha rivelato alcuni dettagli sul loro rapporto caratterizzato da momenti positivi e non. (Continua dopo la foto)

Feltri ha esordito così: “Ci siamo conosciuti durante un’intervista che lei mi fece per un caso di cronaca. Lei era molto aggressiva nelle domande ed io rispondevo con altrettanta aggressività. Ci siamo sentiti ancora dopo, diverse volte. Abbiamo fatto anche colazione assieme. Una donna particolarmente intelligente, che ha sopportato la malattia con grande forza e coraggio”. (Continua dopo la foto)

Il direttore del giornale ‘Libero’ ha detto la sua anche sulle polemiche sul libro scritto dalla Toffa quando era in vita: “Quando uno è chiuso in camera da letto con la propria malattia, scrive della malattia perché ha voglia di sconfiggerla”. Feltri, nato a Bergamo il 25 giugno del 1943, nel 2016 è tornato alla guida di ‘Libero’, che aveva fondato 16 anni prima, dopo l’addio di Maurizio Belpietro che era stato licenziato per divergenze con l’editore Antonio Angelucci. In questi ultimi anni ha anche iniziato una collaborazione con il giornale sportivo di Torino, ‘Tuttosport’.

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