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I cinquant’anni di Mafalda, tutti di geniale “protesta”

È la bambina più saggia del mondo. Infantile quando occorre ma anche pronta a dispensare una massima profonda. «Ma perché con tanti mondi più evoluti, io sono dovuta nascere proprio in questo?», ha “detto” una volta. Riflettere ma anche sorridere e fare auto ironia come quando afferma che «Ho l’armadio pieno zeppo di “appena dimagrisco me lo metto”». O questa, che mettiamo in risalto per la sua grande attualità.

«Taglia qua, taglia là…chissà che abito si sta cucendo mentre noi restiamo in mutande…»

La “piccola” Mafalda compie cinquant’anni. Nata dalla mano di Quino (Joaquín Lavado all’anagrafe argentina), dopo il debutto su Primera Plana nel 1964, il marzo successivo Mafalda appare quotidianamente sulle pagine di El Mundo di Buenos Aires, consentendo all’autore di seguire da vicino l’attualità. Quando, nel dicembre 1967, il giornale chiude, Mafalda trasloca su un altro settimanale, Siete Días Illustrados. Ma la bimba era già un successo a cominciare da Sudamerica e Spagna. L’Italia dovette attendere fino al 1968 quando Feltrinelli la fece apparire ne Il libro dei bambini terribili. Poi, l’anno dopo, la prima raccolta, intitolata Mafalda la contestataria e pubblicata da Bompiani, con prefazione di Umberto Eco. Nel 1970 cominciò a uscire quotidianamente su Paese Sera.
Per Mafalda il successo globale è stato meritato, proprio grazie alla capacità del disegnatore di seguire gli eventi della storia. L’unica cosa che Quino non sembra volere prendere in considerazione è il disegno digitale. La carta, dice, sentirla, è fondamentale.


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