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Venduta dalla nonna e adottata, Loriana trova un baule e scopre la sua vera identità

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Loriana Sasso trova madre biologica sora

Venduta dalla nonna da bambina, ora la scoperta choc. È la storia di Loriana Sasso, operaia 52enne di Sora, in provincia di Frosinone. A riportare la vicenda è oggi Il Messaggero. Grazie a una cartellina con dei documenti e un passaporto che le appartengono nascosta in garage è venuta a conoscenza che è stata adottata e che si chiamava Zorica Dinkonski.

La donna – era il 2016 – stava sistemando il garage nella casa di Frosinone dove aveva vissuto dal 1976 con i genitori che però, come scoprirà, non erano quelli biologici. In uno scatolone conservato nel garage ha trovato una cartellina impolverata.

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Loriana Sasso trova madre biologica sora


Loriana Sasso scopre di essere adottata e trova la madre

Al suo interno ci sono tutta una serie di documenti, compreso un passaporto. Loriana Sasso ha scoperto di essere stata adottata nel 1972, quando aveva poco più di due anni. Da bambina si chiamava Zorica Dinkonski, era nata in un Ospedale dell’ex Jugoslavia e la sua famiglia, troppo povera per mantenerla, aveva deciso di darla in adozione.

Loriana Sasso trova madre biologica sora

All’epoca del parto, la madre biologica di Loriana Sassoha aveva solo 14 anni. Il padre se ne era andato e la nonna aveva deciso di venderla perché non avrebbero potuto mantenerla. Dopo due anni trascorsi a Belgrado, arrivano Ignazio e Marisa, ovvero i suoi genitori adottivi. Con loro Loriana Sasso trascorre tutta la sua vita, tra dtra l’Italia e l’Etiopia (dove vivono i nonni).

Nel 1997 il matrimonio con Riccardo, di Sora. Poi la morte dei genitori e la scoperta nel garage della loro casa. Nel 2016 Loriana Sasso scopre di essere stata adottata e grazie al papà di un’amica conosciuta sui social Loriana riesce a trovare la madre biologica che si chiama Leposava Dinkovski. “Eravamo poveri, tuo padre non ti voleva e mi abbandonò, io avevo solo 14 anni. Tua nonna ti prese e ti portò via e mi chiuse in una stanza per due giorni. Quando uscii tu non c’eri più”, si legge sul Messaggero.


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