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“Stanno rischiando”. Omicidio Willy, decisione d’urgenza sui fratelli Bianchi: “Cosa sta succedendo in carcere”

Quasi tre settimane dalla morte di Willy Monteiro, il cuoco d 21enne di origine capoverdiana massacrato a calcio e pugni la notte tra il 5 e il 6 settembre nella piazza di Colleferro. I testimoni parlarono di «una ferocia inaudita»: i picchiatori «saltavano sul suo corpo quando Willy era già a terra». Una condotta contro un ragazzo mingherlino, solo e inerme, considerata «indegna» anche da chi è dietro le sbarre.

Nel carcere di Rebibbia dove i fratelli Bianchi sono rinchiusi infatti, la situazione non è delle più leggere. Scrive infatti il Messaggero come Gabriele e Marco Bianchi sono stati trasferiti dalle celle anti-Covid a quelle di isolamento “precauzionale” e, adesso, si trovano nel braccio “G9” al primo piano del carcere romano, quello che gli altri reclusi chiamano «degli infami» perché è qui che vengono destinati coloro che si sono macchiati di reati sessuali o le ex “guardie”, agenti o militari, che hanno oltrepassato la barricata del crimine o abusato dei loro poteri. Ben distanti dagli altri reclusi a cui sono invisi. Continua dopo la foto


Troppo pericoloso per loro condividere gli spazi comuni, ma rischioso anche per gli altri. Perché il temperamento irascibile e violento dei due fratelli di Artena, accusati con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia (l’unico ai domiciliari) dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte, si sarebbe fatto riconoscere anche in questi primi giorni reclusione. Continua dopo la foto


Tanto che la figlia di un detenuto marocchino ha scritto all’associazione “Detenuti liberi” protestando per il trattamento ricevuto dal padre mentre i Bianchi raggiungevano i parlatori attraverso il corridoio: «Lo hanno aggredito». La direzione carceraria era già stata messa sul chi-va-là dai legali dei due fratelli, preoccupati per possibili ritorsioni nei confronti dei loro assistiti per nulla ben accolti dagli altri “inquilini” di Rebibbia: rischiano il linciaggio. Continua dopo la foto





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Ora nel “G9” Gabriele e Marco Bianchi sono sottoposti a grandissima sorveglianza per evitare qualsiasi contatto con gli altri. Passaggi e momenti d’aria si svolgeranno per loro in orari diversi e alternati rispetto agli altri. Sono monitorati anche dai medici per motivi sanitari e psicologici, come gli stalker o quelli che sono stati condannati per maltrattamenti in famiglia, anche questi reclusi al primo piano

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