Alex Marangon è stato ucciso. C’è una svolta nelle indagini sulla morte del barista di 26 anni di cui si erano perse le tracce nella notte tra il 29 e il 30 giugno. Il giovane aveva partecipato ad una sorta di rito sciamanico presso l’abbazia sconsacrata di Vidor e poi era scomparso. Il suo corpo senza vita è stato ripescato lunedì primo luglio su un isolotto sul greto del fiume a Ciano del Montello, nel comune di Crocetta, a diversi chilometri dal luogo del rito.
Inizialmente sono state fatte diverse ipotesi: dal decesso dovuto all’assunzione di un decotto di ayahuasca, sostanza allucinogena che ne avrebbe alterato i sensi, alla morte provocata da animali selvatici dopo aver vagato per la foresta, dalla caduta accidentale nel fiume fino al suicidio. Tuttavia dall’autopsia è emerso che la morte sarebbe stata provocata da numerose e ferite letali alle testa provocate da un oggetto contundente.
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Morte non accidentale, si indaga per omicidio
Gli investigatori hanno confermato che si indaga per omicidio volontario. Secondo la ricostruzione il venticinquenne ha assunto per due volte l’ayahuasca. Due persone che hanno partecipato allo stesso evento hanno raccontato di averlo seguito per un po’, poi sono tornati indietro e lo hanno perso di vista. Il legale della famiglia Stefano Tigani ha affermato che resta “un buco di tre ore da chiarire, ma anche altro va chiarito in una storia molto fitta in cui chiediamo che chi sa parli”.
Sul corpo di Alex sono stati rinvenuti una tumefazione ad un occhio e una lacerazione all’addome. Ma l’autopsia deve chiarire anche gli aspetti tossicologici: oltre all’ayahuasca il giovane, che soffriva di asma, per allievare il disagio si sarebbe sottoposto anche a un’iniezione di veleno di rana amazzonica sapo/kambo, altra pratica curativa sciamanica. Secondo le testimonianze Alex avrebbe assunto una prima volta la tisana allucinogena e fatto il bagno nel Piave insieme ad altri. Poi, dopo la seconda assunzione, si sarebbe allontanato da solo.
Ora, però, l’esame su Alex “restituisce un quadro inquietante, quello di una aggressione potente, sfuggente, nel corso di una colluttazione che male si concilia con il caso” le parole dell’altro avvocato della famiglia Nicodemo Gentile. L’autopsia di ieri “ha evidenziato – prosegue il legale – una botta sulla parte sinistra della testa, addebitando l’accaduto a più di una persona”. Il ragazzo sarebbe dunque stato ucciso da più persone. In tutto i partecipanti al rito erano una ventina: “L’appello che vi rivolgiamo, con spirito di pietà – dicono i familiari attraverso gli avvocati – è di parlare: più persone sanno quello che è successo”.
Nelle scorse ore ha parlato anche Andrea Zuin, in arte ‘ZuMuric’, lo ‘sciamano’ che ha organizzato l’incontro e che si è detto: “Profondamente sconvolto e addolorato per la scomparsa di Alex e per tutto quello che sta emergendo. Fin da subito abbiamo contribuito alle ricerche e abbiamo fornito informazioni alle forze dell’ordine e continueremo a farlo. Mandiamo forza e amore alla famiglia di Alex in questo momento così doloroso – conclude – anche attraverso la nostra musica che ad Alex piaceva tanto”.
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