Strage di Nuoro, è salita a cinque il numero delle vittime della strage familiare di ieri a Nuoro, per mano dell’operaio Roberto Gleboni. Sono morti nella notte anche il figlio piccolo Francesco, di 10 anni, e il vicino incontrato nel pianerottolo, Paolo Sanna di 69. Le loro condizioni erano apparse disperate fin dall’ingresso al Pronto soccorso del San Francesco di Nuoro. Non si sono mai ripresi e in tarda serata è stata avviata la procedura per l’accertamento della morte cerebrale.
Nella notte il piccolo Francesco è andato in arresto cardiaco e il suo cuore ha smesso definitivamente di battere. Qualche ora dopo, i medici hanno certificato il decesso di Paolo Sanna ed è arrivato il via libera all’espianto degli organi.

Strage a Nuoro, morto anche Francesco: impossibile fare l’espianto degli organi
La prima vittima di Roberto Gleboni è stata la moglie, la 43enne Maria Giuseppina Massetti, poi l’uomo ha colpito la figlia 25enne Martina, anche lei trovata senza vita sul posto. La terza vittima era stato l’autore della strage, l’operaio forestale Roberto Gleboni, che si era tolto la vita a casa della madre, colpita anche lei dall’uomo.

Prima di lasciare l’appartamento in via Ichnusa, dove risiedeva con la famiglia, l’uomo ha sparato al figlio Francesco, 10 anni, all’atro figlio quattordicenne, l’unico sopravvissuto alla strage e che ora è rimasto senza famiglia, e a Paolo Sanna, vicino di casa che era intervenuto dopo aver sentito i colpi di pistola e le urla. Anche l’uomo, come Francesco, è morto nella serata di mercoledì 25 settembre.


Resta ricoverata sua madre 84enne, Maria Esterina Riccardi, ma la situazione non dovrebbe più essere grave. Dopo aver accertato la morte cerebrale, nella mattinata di giovedì 26 settembre, i medici hanno provveduto all’espianto degli organi di Paolo Sanna. Niente da fare, invece, per quelli del piccolo Francesco. L’autorizzazione per l’espianto degli organi era stata fatta ma non è andata a buon fine. Nella notte il bambino è andato in arresto cardiaco e il suo cuore ha smesso definitivamente di battere.