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Nuove rigide misure. Spostamenti tra Regioni e visite ad amici e parenti, il governo Draghi ha deciso

  • Italia

Il nuovo governo Draghi mediante il primo consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto legge sullo stop agli spostamenti fra le Regioni, che perdurerà fino al 27 di marzo. La riunione ha avuto luogo nella mattinata di oggi, lunedì 22 febbraio 2021, alle ore 10 a Palazzo Chigi, e si è conclusa alle 11.30.

Un provvedimento apparentemente più severo che non comprende solo lo stop agli spostamenti tra le Regioni italiane, ma anche il blocco agli spostamenti in zona rossa in direzione di abitazioni private. Il Governo e le Regioni ieri sera hanno discusso di tutte le nuove misure che dovrebbero entrare in vigore dal 25 febbraio. (Continua dopo la foto)


Le nuove proposte sono state consegnate in un documento ufficiale alla ministra per gli Affari regionali,  Mariastella Gelmini. Le zone rosse vedranno dunque una nuova stretta per barricare i contagi entro le mura domestiche di casa propria. Per quanto riguarda le aree gialle e quelle arancioni, è stata mantenuto il via libera, soltanto una volta al giorno, di potersi recare in un’altra abitazione privata abitata. Ciò sarà possibile sempre rispettando il coprifuoco, limitando lo spostamento tra le 5 e le 22, e in massimo due persone, con i figli minori di 14 anni. Il veto sulle zone rosse è stato stabilito: niente più visite ad amici e parenti. (Continua dopo le foto)

Tra le richieste avanzate ieri sera, si è incluso l’argomento sui ristori contestuali alle chiusure e la revisione dei confini che definiscono la divisione in fasce colorate. È da parte dei sindaci che proviene un rinnovo dell’appello a riaprire i ristoranti anche la sera. Matteo Salvini stamane ha messo in chiaro i suoi desiderata: “C’è bisogno di un ritorno alla vita, con serenità, prudenza e attenzione. Serve trovare delle soluzioni per ripartire. Il virus con le varianti è cambiato, zone arancioni e rosse nazionali non hanno senso. Si deve intervenire puntualmente a livello comunale o provinciale, senza penalizzare 60 milioni di italiani”.

di Cristina La Bella 

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