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“Morto dentro”. Investiti sul Lago di Garda, la terribile notizia sulla morte di Greta e Umberto

  • Italia
Morti al lago di Garda

Morti al lago di Garda, la brutta notizia a un anno dalla morte di Umberto Garzarella, 37 anni, e Greta Nedrotti, 24, i due ragazzi uccisi il 19 giugno 2021 dopo essere stati investiti da un motoscafo Riva mentre si trovavano su un gozzo, con regolari luci accese. A guidare il potente natante due uomini di nazionalità tedesca: Patrick Kassen e Cristian Teisman. Secondo l’accusa, quella sera avevano bevuto molto più del lecito. Ed è per questo che non hanno visto il natante con i due italiani a bordo.

Dopo la collisione i due erano tornati sulla terraferma e si erano diretti in albergo senza dire alcunché, né denunciare l’accaduto, per poi giustificarsi spiegando ”pensavamo fosse un ramo, non una barca”. “C’è stato un boato fortissimo nel cuore della notte”, avevano alcuni testimoni, come riportava all’epoca dei fatti Il Giornale di Brescia.

Morti al lago di Garda


Morti al lago di Garda, libero il tedesco che uccise Greta e Umberto

Per i due tedeschi erano stati disposti 4 anni e 6 mesi (Patrick Kassen, alla guida del natante) e 2 anni e 6 mesi di carcere (Cristian Teismann) per omicidio colposo, naufragio e omissione di soccorso. A un anno dalla terribile tragedia che ha tolto la vita ai due giovani, al manager 53enne che al momento dell’incidente era ai comandi del Riva, sono stati revocati i domiciliari.

Morti al lago di Garda, ora Patrick Kassen è un uomo libero. Si trovava domiciliari da più di un anno in provincia di Modena. È stato condannato per omicidio colposo, in primo grado, lo scorso giugno, assieme a Christian Teismann, proprietario del motoscafo. Come scrive ‘Brescia Oggi’, dal 18 luglio la misura cautelare è stata revocata e sostituita dal divieto di dimora nelle province di Brescia, Verona e Trento.

Morti al lago di Garda

Morti al lago di Garda, il duro il commento di Enzo Garzarella, padre di una delle due vittime. “Non mi cambia nulla sapere se è ai domiciliari o libero. Davanti alla morte di un figlio non c’è condanna che tenga. Non riesco comunque a perdonare. Io sono morto dentro”, ha detto commentando la decisione di revocare gli arresti domiciliari all’uomo che ha investito il gozzo in cui hanno trovato la morte il figlio Umberto e Greta.

“Lo abbiamo sentito di notte”. Umberto e Greta, morti sul Lago di Garda: spuntano i testimoni

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