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“Ciao campione”. Ivan, morto a 24 anni, la sua storia aveva commosso l’Italia

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Addio Ivan Gottardi. Il guerriero non ce l’ha fatta, è morto a 24 anni sconfitto dal cancro. Una battaglia lunga quella di Ivan Gottardi che, fino all’ultimo, ha lottato come un leone. Non era servita l’amputazione di una delle due gambe, per avere ragione dell’osteosarcoma che lo aveva colpito 3 anni fa.

“Conoscevo la situazione di Ivan – è il commento del sindaco Andrea Delle Vedove – e, sebbene fossi conscio che non sarebbe stato facile sconfiggere quella forma di tumore così aggressiva, avevo sempre la speranza che potesse guarire. Invece, purtroppo, ci ha lasciati. Un caloroso abbraccio ai genitori e un sentito grazie a tutta la comunità per le iniziative solidali che ha organizzato per aiutarlo”. Tra gli amici più stretti Alex Zille è affranto. Continua dopo la foto


“Ivan – sospira – non meritava tutto questo. Ha sempre sorriso, ha combattuto come un leone, ma alla fine il male ha avuto la meglio. Da due settimane non lo sentivo più: era consapevole di quello che lo stava attendendo e ha preferito chiudersi in se stesso”. Gli amici del Motorclub di Bannia, al quale Ivan Gottardi era iscritto, avrebbero voluto salutarlo per l’ultima volta con il rombo delle loro moto da cross all’esterno del duomo di Cordenons. Non sarà possibile. Continua dopo la foto


“È una decisione che non dipende dal sindaco – fa sapere Zille – ma da un decreto del presidente del Consiglio. L’idea, in futuro, è comunque quella di organizzare un memorial di motocross in suo ricordo. È un’idea, sono convinto, che gli sarebbe piaciuta molto”. Ivan Gottardi, nonostante il dramma, non si è mai perso d’animo. Dopo l’amputazione di una gamba, ha capito che la sua vita non sarebbe stata più come quella di prima, che avrebbe dovuto rinunciare alle sue passioni – i motori, in particolare, lui che tra l’altro era impiegato come meccanico in un’officina di San Quirino – e che ad attenderlo ci sarebbe stato un lungo periodo di riabilitazione. Continua dopo la foto

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“Camminare con una protesi – aveva raccontato a fine 2018 al Gazzettino – non è un gioco: è come dover imparare tutto daccapo. Per me è stato come essere tornato neonato, senza un minimo di equilibrio”. È vero che l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, subito dopo l’amputazione, aveva dotato Ivan Gottardi di una protesi che, tuttavia, non era calibrata e non sarebbe stata particolarmente adatta ai movimenti di un giovane come lui. “Necessito di un qualcosa di più”, aveva detto con il sorriso. Ma una protesi che gli potesse permettere certi movimenti e spostamenti aveva un costo: 50mila euro. Una cifra che non era nelle disponibilità né di Ivan Gottardi né della sua famiglia. Da qui, grazie al tam tam (partito da alcune amiche della madre) che si era fatto sempre più crescente, per Ivan si era subito mobilitata l’intera comunità. La sua storia aveva commosso tante persone, che in poco più di un mese e mezzo dalla partenza di una serie di iniziative solidali, avevano raccolto quasi 30mila euro, diventati alla fine 50mila.

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