Batteri resistenti agli antibiotici, salmonella e listeria nella carne di pollo in vendita nella catena di grande distribuzione Lidl. L’allarme è stato lanciato da diverse associazioni in Germania, Italia (24 confezioni), Spagna, Gran Bretagna e Polonia. “Solo in Italia quasi un campione su due contiene un enzima prodotto dai batteri e in grado di conferire loro resistenza a uno o più antibiotici”, si legge sul sito di Essere Animali, associazione per i diritti degli animali che ha condotto lo studio. Le associazioni che si occupano del benessere degli animali, che hanno commissionato la ricerca, oggi hanno definito i risultati “inaccettabili” e hanno invitato l’industria del pollame a frenare l’uso di antibiotici.
In Gran Bretagna, Cóilín Nunan, uno dei responsabili dell’associazione Alliance to Save our Antibiotics ha dichiarato al Times : “Le razze di polli a crescita rapida dovrebbero essere gradualmente eliminate”, ha spiegato. E ancora: “Hanno condizioni di salute e benessere terribili e hanno maggiori probabilità di aver bisogno di trattamenti antibiotici. È assolutamente inaccettabile utilizzare farmaci salvavita per sostenere l’allevamento di polli con pratiche di gestione inadeguate”. Tutti i 40 prodotti, acquistati dal gruppo di campagna Open Cages, sono stati venduti in cinque negozi a Manchester, Birmingham e Londra con il marchio Lidl, “Birchwood British”. I campioni includevano polli interi arrostiti, confezioni di cosce, cosce e petto, riporta il Daily Mail.
Supermercati, la classifica dei più economici: ecco quelli con i prezzi più bassi
“Batteri resistenti agli antibiotici e salmonelle nella carne di pollo Lidl”: l’allarme di Essere Animali e altre associazioni di Germania, Spagna, Gran Bretagna e Polonia
In Italia la ricerca è stata portata avanti dall’associazione Essere Animali, che sul suo sito ha pubblicato anche il report con i risultati dello studio effettuato sul pollame a marchio Lidl. “Un totale di 142 prodotti di marca propria provenienti da 22 negozi Lidl in Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna e Polonia sono stati microbiologicamente testati da un laboratorio indipendente e i risultati sono preoccupanti. Lo studio è stato commissionato in Italia da noi, in collaborazione con le associazioni partner che hanno condotto i lavori per gli altri paesi: Fondazione Albert Schweitzer, Observatorio de Bienestar Animal, Open Cages e Otwarte Klatki”, si legge sul sito.
L’associazione parla di presenza di batteri potenzialmente nocivi rilevati nelle vaschette di pollo. È emerso che la carne venduta da Lidl “è spesso contaminata da agenti potenzialmente patogeni, associati alle infezioni di origine alimentare, che possono comportare anche gravi problemi di salute, e da batteri resistenti agli antibiotici: solo in Italia, quasi un campione su due contiene un enzima prodotto dai batteri e in grado di conferire loro resistenza a uno o più antibiotici. Riguardo le salmonelle, sono risultate assenti o quasi nelle confezioni degli altri Paesi, ma largamente presenti nei prodotti italiani testati (46%). Un risultato vergognoso per il più grande discount d’Europa”, spiegano da Essere Animali.
Come riporta il sito Essere Animali, che citiamo integralmente, ecco i risultati dell’analisi in Italia:
“54% dei campioni era contaminato da listeria. Un batterio patogeno responsabile della listeriosi, un’infezione generalmente dovuta all’ingestione di cibo contaminato. In Europa questa è tra le zoonosi caratterizzate da esiti più preoccupanti, sia in termini di ricoveri ospedalieri che in termini di decessi.
46% delle confezioni analizzate è risultato contaminato da salmonella. Nel 2021, la salmonellosi è stata la seconda zoonosi di origine alimentare più comune nell’Unione Europea, con oltre 60 mila casi confermati, nonché la causa più frequente di focolai di origine alimentare, rappresentando il 19% di tutti i focolai di origine alimentare segnalati. Interessante vedere come nei risultati della analisi della carne di pollo negli altri Paesi erano assenti o quasi le salmonelle.
3 campioni su 4 sono risultati contaminati da Escherichia coli e 1 su 2 da enterococchi – Questi sono batteri comunemente presenti nella flora intestinale, che occasionalmente possono causare infezioni. La presenza di E. coli viene comunemente monitorata anche perché è considerato uno degli indicatori migliori per valutare la diffusione di antibioticoresistenza.
46% dei campioni contaminati da ESBL (un enzima che conferisce resistenza agli antibiotici) e 33% da batteri multiresistenti a 3 delle 4 classi di antibiotici testati – L’antibioticoresistenza è un’enorme minaccia per la salute e i batteri presenti nella carne di pollo contribuiscono a diffonderla, diminuendo così l’efficacia di quegli antibiotici cruciali per curare le persone”. Clicca qui per leggere il report di Essere Animali