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Parrucchieri e bar, brutta sopresa per gli italiani. Sta succedendo dalla riapertura

Negozi, bar e ristoranti, da lunedì 18 maggio hanno riaperto i negozi di vendita al dettaglio, i negozi di abbigliamento e tanti altri, tutti i servizi e le attività legate alla cura della persona: parrucchieri, barbieri, centri estetici. Riaprono ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, pub. “Il tutto a condizione che le regioni accertino che la curva epidemiologica sia sotto controllo e adottino protocolli di sicurezza. La stessa cosa vale per gli stabilimenti balneari”, aveva spiegato il premier Giuseppe Conte annunciando il secondo passo della Fase 2.

L’Italia ha affrontato il giorno della riapertura della gran parte delle attività commerciali e produttive che erano rimaste chiuse a causa del lockdown per il coronavirus. I bar hanno riaperto al pubblico ma come riporta il Corriere della Sera Milano ha inaugurato la ‘Fase 2’ con una brutta sorpresa. “Diversi locali – si legge nell’inserto L’Economia – hanno deciso che per tentare di recuperare quanto perso durante il lockdown fosse venuto il momento di dare una ritoccata (in rialzo) al prezzo del caffè e del cappuccino passati così, rispettivamente, da 0,90 a 1 euro e da 1,30 euro a 1,40. Ma in centro la tazzina ha toccato anche i 2 euro”. (Continua a leggere dopo la foto)


Secondo il Codacons, si tratta di casi isolati anche se l’associazione continua ricevere segnalazioni dai consumatori. “A Firenze 1,70, a Roma 1,50. – si legge sul sito Codacons – Rincari giustificati dalle misure igieniche e di distanziamento e che costringono gli esercenti a rincarare la dose sulle consumazioni al tavolo. Molti si giustificano col fatto che il rispetto delle norme igienico sanitarie hanno imposto costi imprevisti che naturalmente vengono scaricati sulla clientela finale”. (Continua a leggere dopo la foto)

“Stiamo ricevendo segnalazioni da parte dei consumatori che oggi sono finalmente tornati a prendere il caffè fuori casa, e che denunciano rincari dei listini – spiega il Codacons -. Al momento si tratta di casi isolati, ma che potrebbero anche estendersi a tutta Italia. Rincari vengono segnalati anche per i parrucchieri e i ristoranti, con costi da oggi più alti per tagli, messe in piega, ecc. in alcuni locali. Speriamo si tratti di situazioni isolate, e che gli esercenti non decidano in massa di ritoccare i listini per rifarsi dei minori guadagni e dei costi di sanificazioni dei locali “, afferma il presidente Carlo Rienzi. (Continua a leggere dopo la foto)

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Come riporta il Corriere della Sera, “a Vicenza si sono accordati per alzare il prezzo della tazzina, portando un caffè a 1,30 euro e il cappuccino a 1,80”. A Roma il lunedì eccezionale che ha visto parrucchieri e barberie aperti nel tradizionale giorno di riposo ha visto un ritocco nei listini di alcuni saloni. L’agenzia Agi, per esempio, cita quello di piazza Navona, il Salone Sant’Agnese, il cui titolare conferma che ora ci sono “nuovi costi che prima non avevamo come asciugamani monouso, igienizzanti, mascherine, guanti, grembiuli usa e getta. Decideremo se inserire una voce ad hoc nel conto, ma si tratta di pochi euro”.

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