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Unicredit irrompe sul mercato con un nuovo Bond

Piccolo scossone sul mercato internazionale dei titoli obbligazionari. A sferrarlo, quasi senza preavviso, è stata UniCredit, e lo ha fatto in uno dei centri nevralgici della finanza mondiale. L’istituto bancario con sede a Milano ha infatti emesso sul mercato nordamericano un nuovo bond derivato di tipologia Tier2, la cui valutazione è espressa direttamente in dollari USA. E il mercato ha immediatamente risposto alla sollecitazione con una pioggia di richieste pari all’incirca al doppio dell’ammontare stimato inizialmente dalla banca.

Il bond è stato collocato sul mercato nella notte fra il 26 e il 27 marzo scorsi (ora italiana) per un totale di 1,25 miliardi di dollari, ed è dichiaratamente indirizzato a investitori istituzionali. La risposta di questi ultimi non si è fatta attendere, e le richieste di acquisizione entro le prime 24 ore hanno superato i 2,5 miliardi di dollari. La scaturigine delle richieste è prevalentemente nordamericana, ma non solo. I rilevamenti del mercato parlano di un 80% degli investitori interessati provenienti da Stati Uniti e Canada, un 7% provenienti dal Regno Unito più altre richieste minoritarie (3% ciascuno per Italia, Francia e paesi asiatici). Inoltre, va rilevato come siano stati i fondi asset management ad assorbire la quasi totalità delle richieste, con oltre il 94% del totale, mentre il restante 6% è ripartito tra fondi pensione, assicurazioni e altri istituti bancari.


Stando al comunicato emesso dalla banca, lo scopo principale di questa operazione non è tanto un consolidamento a Wall Street riguardante il titolo UniCredit, bensì una sorta di rafforzamento e accelerazione del piano generale di funding previsto per il 2019. Inoltre, nel comunicato si parla di un’operazione volta a corroborare il TLAC dell’istituto. Appare evidente, dunque, alla luce delle dichiarazioni ufficiali, come tra gli intenti della banca ci sia anche quello di rassicurare gli investitori in merito alla sua stabilità, nel quadro di un’operazione più ampia che UniCredit sta portando avanti da anni sul piano dell’aumento della fiducia da parte del mercato globale.

Da un punto di vista meramente tecnico, i nuovi titoli UniCredit hanno una scadenza a 15 anni, con una sola possibilità di richiamo dopo il decimo anno. La cedola fissa annuale è pari al 7,296% per i primi 10 anni, oppure a 420 punti sul tasso swap, sempre nel corso del primo decennio. L’emissione del titolo è stata accompagnata da una guidance di 500 punti base, subito scesa a 487,5 in virtù del forte volume di richieste iniziali (oltre 12,5 punti): segno che la summenzionata strategia di implementazione reputazionale di UniCredit sta cogliendo nel segno.

Per completare l’operazione, l’istituto di credito milanese si è avvalso della collaborazione di un pool di banche che hanno curato la collocazione sul mercato del bond. Al tempo stesso, esse hanno operato in qualità di joint bookrunner, raccogliendo le richieste da parte degli investitori. Le banche coinvolte nell’operazione a tale titolo sono BofAML, Barclays, BNP Paribas, Citigroup, JP Morgan, Morgan Stanley e UniCredit Bank AG. L’obbligazione ha un valore minimo di 200.000 dollari, maggiorabile in multipli di 1.000 dollari. Si attendono inoltre i primi rating certificati appartenenti alle seguenti famiglie: Ba1 di Moody’s, BB+ di S&P e BBB- di Fitch.


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