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Da più di un secolo sulle tavole del Bel Paese durante le festività natalizie. Ma quest’anno la storia potrebbe finire. L’azienda è in crisi nera e la situazione disperata. Da mesi i lavoratori sono senza stipendio. La fine di un sogno

 

123 anni dopo, la Melegatti, azienda veronese che nel 1894 inventò il pandoro con brevetto di Domenico Melegatti, rischia di avere grossi problemi i produzione in vista delle prossime festività. A denunciarlo sono i lavoratori dell’omonima azienda veronese, in maggioranza donne, che stamane hanno manifestato davanti al municipio di San Giovanni Lupatoto. I dipendenti criticano l’azienda per il mancato pagamento degli stipendi degli ultimi due mesi. Il noto marchio del pandoro si trova in gravi difficoltà finanziarie che la dirigenza, nonostante l’impegno, sembra non essere riuscita a fronteggiare. A lungo si è parlato del possibile ingresso di un nuovo partner – non è chiaro se nelle vesti di nuovo socio o di alleato industriale – ma la trattativa sembra non deve essere andata a buon fine. La situazione finanziaria e produttiva della Melegatti si è fatta così molto complessa, tanto che per la prima volta in 123 anni il pandoro Melegatti potrebbe non essere presente il prossimo Natale sulle tavole “Le problematiche economiche hanno creato molti disagi (Continua dopo la foto)



non consentono l’approvvigionamento necessario delle materie prime e degli imballaggi del prodotto, tanto che il processo di produzione viene avviato con una programmazione di giorno in giorno. Le bollette non venivano pagate e così il gas è stato staccato. Il personale dipendente non ha più la certezza di ricevere il proprio stipendio e ad oggi l’azienda non dà garanzie in merito”: è l’attacco dei sindacati. Giustificato se si pensa che i 70 dipendenti a tempo indeterminato e gli altri 200 stagionali non hanno ancora ricevuto lo stipendio di agosto e, probabilmente, non vedranno nemmeno quello di settembre. “Ieri era fissato l’incontro in azienda – dice Paola Salvi della Cgil – invece si sono presentati degli avvocati (Continua dopo le foto)

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che illustrando la situazione si sono contraddetti tra loro. Qui ci sono molti lavoratori monoreddito, che non vedono soldi da due mesi, che restano in fabbrica a non fare niente. Ci sono stagionali che erano stati chiamati per la produzione invernale, hanno sospeso la disoccupazione e rinunciato ad altre opportunità e poi non hanno lavorato. E con l’azienda non si ottengono risposte nemmeno per l’attivazione della cassa integrazione» ha concluso la rappresentante della Flai-Cgil. Sotto accusa il management. “Si tratta di una grande e storica azienda veronese – hanno detto i sindacati al Corriere del Veneto – ma i lavoratori non ce la fanno più. Adesso tocca ai soci muoversi”.

Lasagne, abbacchio, pandoro e torrone. Con le feste di Natale il pericolo di ingrassare è a portata di… forchetta. Ma niente paura: i consigli giusti per mantenere la linea (rinunciando a ben poco)

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