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“Piango, la mia vita è cambiata”. Massimo Giletti non nasconde più nulla: “E non mi vergogno di dirlo”

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Uno dei conduttori italiani più importanti, Massimo Giletti, ha rilasciato un’importante e lunga intervista al ‘Corriere della Sera’, dove si è aperto e ha raccontato momenti molto privati della sua vita. Una vera e propria confessione, simile ad uno sfogo, che ha fatto emergere il lato più umano dell’uomo. Ha messo dunque da parte per un attimo la sua carriera di presentatore per parlare di se stesso e dei cambiamenti avuti nell’arco della sua esistenza, costretta a vivere periodi davvero molto dolorosi.

Durante la sua ultima puntata di ‘Non è l’Arena’, Peter Gomez si è litigato con Luca Telese. “Te la canti e te la suoni da solo, sono veramente sorpreso, sei scorretto”. “Io dico che Formigoni ha diritto a una pensione che gli garantisca di non morire di fame, ma non di quelle dimensioni”, ha continuato il direttore del Fatto a Non è l’Arena. Poi ancora Telese che non molla: “Ma sono 2mila euro”. A quel punto Gomez in diretta a Non è l’Arena ha insistito: “Quanti italiani vivono con 780 euro di pensione?”.

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Massimo Giletti si è soffermato sullo speciale sulla mafia, che sarà trasmesso il 10 giugno su La7: “Ho percorso le strade vicino a Corleone dove è stato arrestato Provenzano. Poi via Bernini 52 nel cuore di Palermo dove ha vissuto per anni Riina con la sua famiglia fino al giorno in cui venne catturato da Ultimo. Dopo tanto viaggiare torno al Cretto e rifletto sullo scellerato patto fra Cosa Nostra e lo Stato. Un vero Stato ha il dovere di dare risposte, lo deve a chi crede che questo Paese possa essere diverso”.

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Poi Massimo Giletti ha parlato delle sue difficoltà: “Vivo sotto scorta e sono stato lasciato solo da tanti colleghi. Se questa battaglia contro i boss l’avessimo fatta in tanti, non sarei entrato nel mirino di Cosa Nostra. Vivevo nella libertà del motorino, ora non posso più farlo. Trovo la scorta che mi ricorda il pericolo che vivo ogni giorno. Io cerco di non pensarci, ma è lì nella sua evidenza quotidiana. Non posso incontrare amici come e quando voglio. Non sono praticamente più quello di una volta”.

Successivamente Massimo Giletti ha aggiunto: “Ho perso anche mio padre e la mia vita è dunque cambiata per la mafia. Ma se uno è vivo e non è arido, non si deve vergognare di piangere”. Quindi, ha ammesso di avere dei momenti difficilissimi, che lo costringono anche al pianto. Ma è sempre determinato e preferisce andare avanti per la sua strada.


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