L’8 settembre del 1504, davanti al Palazzo della Signoria a Firenze, veniva inaugurato il David di Michelangelo. L’opera, oggi conservata alla Galleria dell’Accademia, gli venne commissionata dall’Opera del Duomo, che gli chiese di raffigurare Davide e Golia utilizzando un grande blocco di marmo che giaceva abbandonato presso la Bottega della Cattedrale e che presentava dei difetti, a partire dalla qualità stessa del marmo e dalla forma, che avevano fatto desistere altri artisti dalla realizzazione della stessa opera negli anni precedenti.
Divenne perciò una sfida per Michelangelo, che era appena tornato da Roma, dove aveva creato il suo primo capolavoro, la Pietà, ad appena 26 anni. Dopo aver preparato il lavoro con molti disegni e piccoli modelli in cera, nel 1502 Michelangelo iniziò a scolpire il marmo e terminò dopo un anno e mezzo, lavorando da solo, nascosto dietro una chiusura di assi di legno che circondava il blocco per nasconderlo ai numerosi curiosi.
Realizzato inizialmente per essere collocato su uno dei contrafforti del Duomo, una volta visto il risultato conseguito, superiore alle attese, una commissione appositamente formata, di cui fece parte anche Leonardo da Vinci, ne determinò la sistemazione davanti a Palazzo della Signoria mettendone così in risalto il significato politico piuttosto che religioso, dato che lì David diventò il simbolo della libertà fiorentina contro i potenti nemici di quell’epoca.
Egli incarnava il giusto che, armato solo di una fionda e della fede in Dio, riesce a prevalere sul forte ma iniquo, immagine facilmente accostabile a quella di un buon governo, garante delle libertà e del bene comune, protetto dal favore divino. Al prezzo di 400 ducati, Michelangelo creò quello che è considerato un capolavoro della scultura mondiale, uno degli emblemi del Rinascimento, simbolo di Firenze e dell’Italia all’estero
Installazione del novembre 2010 di una replica del David nella collocazione originaria prevista, su un contrafforte della cupola di Santa Maria del Fiore