Eleonora Giorgi ha lottato fino all’ultimo e fino all’ultimo non ha perso la speranza. Spiega al Corriere della Sera il professore Davide Melisi dell’Unità Terapie sperimentali in oncologia dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata di Verona: “La persona in questione si era presentata al nostro reparto nel 2024, attratta dalle informazioni sulle nostre terapie sperimentali”.
“Come prassi per i pazienti idonei, l’avevamo inserita nel programma sperimentale di immunoterapia. Ha ricevuto le terapie in regime di day hospital per tre o quattro volte, ma le sue condizioni erano ormai troppo compromesse per permetterle di tollerarle”.

Eleonora Giorgi ha provato cure sperimentali
“Siamo profondamente dispiaciuti, ma è fondamentale sottolineare che le sperimentazioni devono essere intraprese tempestivamente, poiché nelle fasi avanzate della malattia perdono la loro efficacia”. Eleonora Giorgi aveva espresso pubblicamente la sua speranza di poter iniziare il trattamento già nell’ottobre precedente.

“Spero di essere presa in carico dai medici di questo centro, dove si trova un’eccellenza sanitaria che cura la malattia agendo sui geni mutati, e spero di poter accedere a questi programmi sperimentali”, aveva dichiarato in un’intervista televisiva. Tuttavia, il suo organismo era già troppo debilitato per rispondere alla terapia.

I medici del centro sottolineano l’importanza della diagnosi precoce: “Dieci anni fa, la sopravvivenza a cinque anni per i tumori operabili, con intervento chirurgico e chemioterapia, era del 20%. Oggi si avvicina al 50%, più del doppio. Ovviamente non è ancora soddisfacente, ma i progressi sono stati significativi”, spiega un direttore dell’Istituto del Pancreas e dell’Oncologia.