Il razzismo nel calcio non ha confini. Stavolta la vittima è Ronaldinho, ex stelle del Milan. Il brasiliano, neoacquisto del club messicano del Queretaro, è stato offeso da un politico messicano, Carlos Trevino Nunez, assessore allo sviluppo sociale. Nunez ha pubblicato (e poi cancellato) sui suoi profili dei social alcune frasi che non sono comunque sfuggite ai suoi follower. “Sono tollerante, ma detesto il calcio e il fenomeno stupido che produce. Lo detesto ancor più perché la gente inonda le strade e ingorga il traffico facendoci arrivare tardi a casa. E tutto per vedere un macaco. Brasiliano va bene, ma macaco. E’ un circo ridicolo”, questo il commento del politico locale. Immediata la replica del club: “Nel nostro club ci atteniamo alla Dichiarazione universale dei diritti umani, il cui primo articolo recita: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri”. Solidarietà anche dai copagni di squadra e dai dirigenti del Queretaro che hanno dato vita a una campagna dal titolo #TodosSomosSimios (“Siamo tutti scimmie”), chidendo provvedimenti nei confronti di Nunez: “Esortiamo le autorità perchè agiscano a riguardo e come società adiremo le vie legali perché certe espressioni non vengano più riferite a nostri giocatori o membri del club”.