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Argentina, vietato (per legge) chiamare “Messi” il proprio figlio

Chi di noi non ha mai conosciuto un napoletano chiamato Diego? Normale costume che deriva dalla popolarità di un campione che diventa un simbolo. Lo stesso che accade in Argentina, ma per il “nuovo” Maradona. Al punto che è dovuta intervenire la pubblica autorità – precisamente l’anagrafe della provincia di Santa Fe – per vietare ai genitori di usare “Messi” come nome di battesimo. Un provvedimento che si è reso necessario quando due genitori hanno scelto il cognome del campione del Barcellona come nome per il proprio figlio, esattamente “Messi Daniel Varela”. E pare che, soprattutto a Rosario dov’è nata “la Pulce”, c’era il rischio che Messi diventasse un nome diffuso. Ma in Argentina il calcio è una fede e gli uffici competenti hanno stimato che tra l’inizio e la fine dei recenti Mondiali due neonati su dieci hanno ricevuto il nome dei calciatori della Nazionale di calcio. Oltre a “Lionel”, sono stati utilizzati molto Angel (come Di María), Gonzalo (Higuaín), Sergio e Javier (come Aguero e Mascherano). Le autorità santafesinas hanno fatto riferimento a una legge del 1969 valida per il territorio di Buenos Aires che stabiliva il divieto di utilizzare cognomi per i nomi. Ma anche in Catalogna, dove Messi gioca, secondo l’ufficio veterinario, sono 700 i cani che sono stati chiamati “Leo Messi”.


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