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Saman Abbas, come si è arrivati a quei resti in un sacco nero

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“Dentro di me sapevo da tempo che era morta e mi era rimasta una sola speranza, sempre che questa parola ora possa avere un senso: che fossero almeno trovati i suoi resti, questo per poterle dire addio in maniera dignitosa”. Sono le parole di Saqib Ayub, quello che al momento della scomparsa di Saman Abbas era il suo fidanzato, non accettato e osteggiato in ntutti i modi dalla famiglia della 18enne scomparsa nel nulla a Novellara, in provincia di Reggio Emilia.

Saman Abbas, come si è arrivati a quei resti

Saqib Ayub ora ha 23 anni e non ha una esistenza semplice dopo quei drammatici fatti. Proprio come conseguenza del suo esporsi contro la famiglia di Saman Abbas, vive in un posto mai reso noto nel Nord Italia ed è sotto la protezione delle forze dell’ordine.

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La sua ‘colpa’ e quella di Saman, nella logica perversa dei genitori e di costumi pseudo religiosi privi della totale umanità e libertà, era quella, legittima, di progettare e sognare un futuro diverso che quello che, destinandola come sposa a un cugino più grande di lei di dieci anni, avevano pianificato i genitori, oggi formalmente accusati per l’omicidio assieme a uno zio e due cugini.

Ma come sono stati trovati quei resti, in un sacco nero nei pressi di un casolare nella stessa Novellara? Secondo le informazioni trapelate dalle stanze degli inquirenti, è stato Danish Hasnain, zio di Saman Abbas, a portarli nel luogo dove la 18enne di origine pachistana sarebbe stata sepolta. Lì sono stati trovati resti umani.

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Danish Hasnain si trova in carcere al pari dei cugini di Saman Abbas, Ikram e Numanulla, e scorato da agenti della polizia penitenziaria e carabinieri ha indicato loro il punto esatto dove scavare. È in un casolare abbandonato, non lontano dalla casa in cui Saman viveva con la famiglia prima di sparire nel nulla, il 30 aprile del 2021.

Il sacco nero con resti umani all’interno è stato trovato a due metri di profondità, in un punto che era già stato perlustrato più volte negli scorsi mesi dagli investigatori senza alcun risultato. Ora, come prassi impone, sono necessari esami e analisi ad hoc per l’identificazione di quei resti, soprattutto l’estrazione del Dna per capire se si tratta davvero di Saman Abbas. Le circostanze sembrano portare proprio a questo ingiusto e terribile epilogo.

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