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Roberto Speranza, voci di dimissioni dal governo: “Per lui incarico all’estero”

Nelle ultime ore sta rimbalzando una indiscrezione che riguarda il ministro della salute Roberto Speranza. A raccoglierla è stato il quotidiano Il Messaggero: il premier Draghi starebbe provando a convincere Roberto Speranza a lasciare il ruolo di ministro della Salute, proponendo in cambio un nuovo incarico in Europa o all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Da quando si è insediato a Palazzo Chigi, Mario Draghi ha praticamente cambiato tutta la squadra che fu del predecessore Giuseppe Conte. A essere coinvolti nella riorganizzazione sono stati il capo della Protezione Civile e responsabile della campagna di vaccinazione Domenico Arcuri sostituito dal generale Francesco Figliuolo, insieme agli ex membri del Comitato Tecnico Scientifico rimpiazzati dai nuovi scienziati nominati dal Governo. La casella di Speranza non è stata ancora toccata. (Continua dopo la foto)


Nel frattempo sono all’ordine del giorno e bordate da parte di Lega e Forza Italia nei confronti di Speranza – che per ora non vuole farsi da parte – e il mancato decollo della campagna vaccinale non ha aiutato a proteggerlo. In un colloquio dei giorni scorsi avuto con Matteo Salvini, il premier Draghi ha detto che è stato lui a volere Speranza nel suo governo poiché lo stima molto. Parole che ora stridono con i rumor rilanciati dal Messaggero. (Continua dopo la foto)

Il Messaggero riferisce che sono tanti gli errori che vengono imputati a Speranza e Draghi in particolare non ha gradito le proteste di piazza degli ultimi giorni, che lo hanno messo nel mirino insieme al ministro. Ancora non vengono fatti nomi di possibili successori, anche perché Draghi vuole rendere il più possibile meno traumatico questo avvicendamento: da questo particolare nasce la ricerca di un incarico di livello per Speranza. (Continua dopo la foto)

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Come viene riportato dal retroscena, Speranza rischierebbe così di pagare caro alcune delle ultime scelte nella lotta alla pandemia da Covid-19. Tra queste, anche l’annuncio di far slittare i richiami per i vaccini Pfizer e Moderna, portandoli a 42 giorni, rispetto ai 21 e i 28 giorni finora impiegati tra la prima e la seconda dose. La decisione, presa per accelerare la somministrazione del farmaco per gli anziani e i più fragili, sarebbe stata adottata con un ritardo di almeno un mese, come ha accusato Matteo Bassetti direttore della clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova e tra gli infettivologi più critici nei confronti del ministro.

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