“Ho visto quel ragazzo che tremava, mentre cadeva a terra”. Davide è davanti a lui in agonia e il carabiniere che gli ha sparato si china, lo tocca, spera con tutto se stesso che sia ancora vivo. È il racconta che fa la repubblica di oggi dell’interrogatorio del giovane carabiniere che ha sparato. “Ho provato a tastargli il polso”. Marcello (il nome è inventato) spiega nel dettaglio la scena in cui i tre ragazzi in fuga finiscono giù dallo scooter: mentre uno di loro scappa, inseguito dal collega carabiniere, lui si ritrova da solo con due sospetti. “Sono inciampato. Perché avevo la pistola con il colpo in canna? Credevo fossero armati. Avevo nella destra la mia arma con il colpo in canna, e con la sinistra cercavo di bloccare il soggetto con il giubbotto rosso che stava per scappare di nuovo”. Per saperne di più clicca qui