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“I contagiati non sono quelli che sappiamo. E ora usciranno tutti di casa…”

Siamo arrivati alla tanto attesa data del 18 maggio, giorno in cui molte misure del lock down cambiate. Riaprono estetisti, parrucchieri, negozi, bar, ristoranti, attività, si torna a uscire. Restano chiuse le scuole che forse riapriranno a settembre. Riguardo a questa riapertura ha parlato Massimo Galli, direttore di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano. Galli, intervistato dal quotidiano il Messaggero, ha parlato di cosa si rischia ora che le misure sono state allentate.

“Ci deve preoccupare il fatto che molte persone si siano chiuse in casa, l′8 marzo, con l’infezione. E l’hanno trasmessa in famiglia – ha spiegato al quotidiano – Sappiamo che i positivi sono dieci volte tanto quelli trovati. Ora tutti usciranno di casa, senza avere una diagnosi definita e precisa. E questo potrebbe far aumentare il numero dei contagiati. Se ogni giorno vediamo molti casi in Lombardia è perché finalmente molte persone stanno ottenendo un tampone, non sono nuove infezioni, ma la coda di quello che non si è visto”. Continua a leggere dopo la foto



In tanti si chiedono come è possibile, dopo due mesi e mezzo di lockdown, che non sia stata interrotta la catena del contagio. E Galli replica così: “Questa è una bella domanda, però la faccia a qualcun altro. A chi avrebbe dovuto organizzare e pensare questo tipo di intervento. Molte delle persone che si sono chiuse in casa, e magari molte di loro non stavano bene, avrebbero desiderato una vicinanza differente. E l’unico strumento diagnostico che funziona è il tampone. Non faccio previsioni su cosa potrà succedere in questi giorni: dico che negli ultimi giorni abbiamo avuto una pressione sugli ospedali bassissima e abbiamo ricoverato pochissimo”. Continua a leggere dopo la foto

E ha precisato: “E questo è un segnale importante. Deve però essere chiara una cosa: non sarà facile riaprire con una epidemia ancora in corso”. Quindi sarebbe stato studiare l’effetto della riapertura prima di riaprire il 4 maggio? “Dal punto di vista strettamente tecnico e scientifico, sì. Dal punto di vista della necessità di ripresa no. Le due cose andavano conciliate. La convivenza con questo virus sarà lunga, bisognava ripartire” ha detto Galli affermando che ovviamente il paese andava riaperto, prima o poi. Continua a leggere dopo la foto

 

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Ma cosa potrebbe succedere? È difficile dirlo: “Non faccio previsioni su cosa potrà succedere in questi giorni: dico che negli ultimi giorni abbiamo avuto una pressione sugli ospedali bassissima e abbiamo ricoverato pochissimo. E questo è un segnale importante. Deve però essere chiara una cosa: non sarà facile riaprire con una epidemia ancora in corso”.

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