Da mesi ormai il caso di Liliana Resinovich continua a occupare la cronaca nazionale, tra ipotesi investigative e interrogativi ancora irrisolti. Ma ora, mentre l’attenzione pubblica resta alta, i legali di Sebastiano Visintin — marito della donna scomparsa a Trieste e ritrovata morta settimane dopo in circostanze ancora oscure — lanciano un appello accorato affinché il loro assistito venga lasciato in pace.
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“Sta male, vi prego, vi imploro: lasciatelo in pace. È una persona fragile”, hanno detto Paolo e Alice Bevilacqua ai microfoni del programma Ore 14, in onda su Rai 2 e condotto da Milo Infante. Un messaggio chiaro, diretto non solo all’opinione pubblica ma anche a chi, in questi anni, ha continuato a seguire ogni passo di Visintin con occhi indagatori. Secondo quanto riferito dai due avvocati, Sebastiano Visintin mantiene alcune abitudini che nulla avrebbero a che fare con il caso della moglie.

Liliana Resinovich, tornano a parlare gli avvocati di Sebastiano
“Ogni weekend va alle terme, come fece anche il giorno prima della scomparsa di Liliana. Non crediamo ci sia nulla di significativo in questo. Non è importante dove vada”, hanno ribadito i legali, sottolineando come non ci sia, al momento, alcun provvedimento giudiziario nei confronti del loro assistito. “Se avete necessità oggettive, rivolgetevi ai suoi avvocati”, hanno aggiunto, richiamando tutti a un maggiore rispetto della sua privacy e del suo stato psicologico.

Un chiarimento è giunto anche da parte dell’avvocato Paolo Bevilacqua, che ha spiegato il senso di una sua precedente dichiarazione, divenuta oggetto di interpretazioni contrastanti: “La mia intervista in cui auspicavo l’avviso di garanzia era un paradosso, una provocazione. L’avviso, se così si chiama, significa che ci sono più garanzie rispetto a prima. Ma non credo affatto che la Procura abbia voluto assecondare la mia richiesta. Ha semplicemente seguito una propria ipotesi investigativa, ed è giusto così”. Una precisazione utile per sgombrare il campo da equivoci, nel quadro di un’inchiesta che resta complessa e ancora priva di certezze.

Un altro nodo importante riguarda le consulenze medico-legali finora condotte sul corpo di Liliana Resinovich. I legali lamentano l’assenza di una perizia ufficiale super partes, auspicando che sia la Procura a richiederla. “La perizia della dottoressa Cattaneo non è una vera perizia, è una consulenza”, hanno osservato, mettendo in evidenza la contraddizione tra le due valutazioni finora emerse: una che suggeriva il suicidio, l’altra che ipotizzava un omicidio. “Due interpretazioni opposte, basate sugli stessi elementi”, hanno sottolineato, aggiungendo con amarezza: “La scienza può essere fallace, come abbiamo già detto. Forse, ciò che non lo è, è l’istinto”.
Nel frattempo, il caso di Liliana tornerà sotto i riflettori mediatici con la partecipazione del fratello della donna, Sergio Resinovich, alla prossima puntata del programma Chi l’ha visto?, in onda mercoledì 16 aprile in prima serata su Rai 3. Sergio non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio e continua a chiedere con forza che si indaghi in direzione dell’omicidio. La sua voce rappresenta quella di chi ancora attende giustizia, in una vicenda che, a oltre tre anni dalla scomparsa, resta avvolta da un fitto velo di mistero.