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“Pronti al lockdown nazionale”. L’avvertimento di Giuseppe Conte: ecco quando e perché potrebbe scattare

  • Italia

Giuseppe Conte, la posizione sembra essere netta. Il Premier ha affermato che se le Regioni obietteranno la divisione in fasce, non verrà escluso un lockdown nazionale. Alla luce delle polemiche sollevate in merito a una mancanza di trasparenza generale sui dati, il Premier, notevolmente pressato da vari fronti, lo ha affermato al fine di poter spostare nuovamente i focus sull’avanzata dell’epidemia da coronavirus.

Diventa sempre più necessario prevedere che i picchi restituiscano in breve tempo una risposta più ottimista alla luce delle misure restrittive apportate nel Paese. In merito a ciò, Giuseppe Conte ha ribadito la correttezza dell’analisi dei dati e l’importanza di rispettare le misure di sicurezza per evitare il collasso del sistema sanitario. (Continua a leggere dopo la foto).


Questo nello specifico ha affermato il Prmier: “Nessuno ha mai messo in discussione prima il meccanismo di monitoraggio che ha portato alla divisione dell’Italia in tre fasce, rifiutarlo significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato”. E durante un’intervista rilasciata per Il Corriere della Sera, ha aggiunto: “I cittadini della Lombardia, del Piemonte, della Valle d’Aosta, della Calabria, non ne trarrebbero nessun beneficio”. (Continua a leggere dopo la foto).

Il riferimento di Conte è esplicito nei riguardi delle Regioni rientrate nella zona rossa “senza contare l’ingiustizia di imporre lo stesso regime di misure che stiamo applicando alle Regioni rosse anche a cittadini che vivono in territori in condizioni meno critiche. Chi ci accusa di agire sulla base di discriminazioni politiche è in malafede. Non c’è nessuna volontà di penalizzare alcune aree a discapito di altre. (Continua a leggere dopo le foto).

Dunque: “Non c’è alcun margine di discrezionalità politica nell’ordinanza del ministro Speranza. Le Regioni sono parte integrante di questo meccanismo” per poi specificare con toni netti: “Non torniamo indietro” posto che “non ci sono Regioni verdi. Questo significa che difficilmente potremo trasportare i malati da una regione all’altra se la curva continuerà a salire in modo esponenziale”.

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