Giorgia Meloni ha fatto un annuncio importante e ha rivelato di essere in procinto di prendere delle decisioni rilevanti. Il sito de La Repubblica ha infatti riportato alcune sue dichiarazioni, rilasciate nel corso dell’assemblea di Confindustria Veneto, dove è intervenuta in videocollegamento. La presidente del Consiglio non poteva non toccare uno dei temi predominanti del momento, ovvero il reddito di cittadinanza, e qui si è lasciata scappare una frase che ha colpito gli organi di informazione e i cittadini.
Dunque, Giorgia Meloni a proposito delle decisioni da assumere sul reddito di cittadinanza, ha subito precisato: “La sua abolizione dalla fine del 2023 è una misura di buonsenso che difenderemo contro ogni attacco strumentale. In Italia si è speso troppo tempo per distruggere la cultura del lavoro, sui cui è fondata la nostra Costituzione. La manovra incarna una visione sociale che questo governo condivide con Confindustria, la gran parte delle risorse sono destinate alle realtà produttive”.
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Giorgia Meloni pronta a prendere “decisioni impopolari”
Sempre stando a quanto riferito da La Repubblica, Giorgia Meloni ha ammesso di dover prendere delle decisioni che potrebbero anche non essere accettate da tutti i connazionali: “Sono pronta a scelte impopolari, io sto con le imprese. Intendo assumermi la responsabilità delle scelte che prenderemo, anche se questo dovesse costare in termini elettorali. Non va inoltre disturbato chi produce e non può esistere welfare, se a monte non c’è chi genera ricchezza”. Ma le sue dichiarazioni non sono finite qui.

Parlando sempre della legge di bilancio, la leader di Fratelli d’Italia ha voluto aggiungere: “La finanziaria è l’inizio di un percorso per risollevare l’Italia dopo anni di politiche fallimentari e dannose che l’hanno lasciata in ginocchio. Ci siamo dati un orizzonte di legislatura per la riduzione del cuneo di cinque punti per i redditi fino a 35mila euro. Questo primo segnale non è sufficiente, ma su questa strada vogliamo andare avanti. E comunque questa misura – ha continuato all’assemblea di Confindustria Veneto – va oltre i 4,2 miliardi”.


La Repubblica ha sottolineato le prime insofferenze. Infatti, la Cgil vorrebbe scioperare il 13 o il 15 dicembre, mentre le organizzazioni dei medici scenderanno nelle piazze italiane il 15 dicembre per un motivo ben definito, ovvero secondo loro “è stato disposto il definanziamento della sanità pubblica”.