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“Ecco com’è morta”. Diana, i primi risultati dell’autopsia sulla bimba di 16 mesi

  • Italia
la foto di Diana Pifferi

Autopsia, com’è morta Diana, figlia di Alessia Pifferi. Il caso della bambina di 16 mesi morta dopo essere stata lasciata per sei giorni da sola a casa dalla mamma fa ancora discutere. La donna è stata arrestata con l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi. Ha lasciato la figlia per andare dal compagno a Leffe in provincia di Bergamo e quando è tornata la figlia era morta.

Quando è stata interrogata la 37enne ha dichiarato: “Sapevo che poteva andare così”. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti già in altre occasioni la donna aveva lasciato da sola la figlia assentandosi dalla sua abitazione in zona Mecenate a Milano. Alessia Pifferi aveva perfino chiuso tutte le finestre per non far sentire il pianto della bambina. Il pm l’ha descritta come “una donna capace di tutto”, parole confermate anche dai racconti dei vicini. Ora è stato reso noto l’esito dell’autopsia della bimba.

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I risultati dell’autopsia sulla piccola Diana

Secondo quanto è emerso dall’autopsia non ci sono segni evidenti sul corpo di Diana che possano far pensare ad una causa precisa. Insomma, per il momento è confermata la prima ipotesi, ovvero che la piccola di 16 mesi sia morta di fame e sete. Tuttavia ci sono ancora molte zone d’ombra sull’intera vicenda. Gli agenti della Squadra Mobile di Milano stanno ad esempio cercando di individuare il papà della piccola, persona che la stessa Alessia Pifferi ha detto di non conoscere con esattezza.

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I medici hanno dunque fatto sapere che serviranno altri accertamenti per dare risposte certe sulle cause della morte della bambina. Passeranno quindi alcune settimane prima che gli esperti nominati per le indagini possano redigere una prima relazione sul caso. Soprattutto si attendono gli esiti delle analisi effettuate dalla Polizia scientifica sul latte nel biberon trovato accanto al lettino. Lì vicino c’era infatti anche una boccetta di benzodiazepine e il sospetto è che Alessia Pifferi abbia somministrato il farmaco alla figlia.

Sulle accuse rivolte alla donna non ci sono praticamente dubbi, così con ogni probabilità si arriverà ad un processo con rito immediato per omicidio volontario pluriaggravato nei prossimi mesi. Nel frattempo le indagini proseguono. Si cercano ulteriori elementi dalle testimonianze dei vicini, mentre si ipotizza che il padre biologico fosse all’oscuro della nascita della bambina. Resta poi da capire come Alessia Pifferi, disoccupata, potesse mantenere il suo agiato livello di vita solo con qualche risparmio e gli aiuti della madre e dell’ex marito.

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