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Rita Dalla Chiesa si scaglia contro Saviano. Le sue parole sono durissime

“La morte di Mario Cerciello Rega è già territorio saccheggiato dalla peggiore propaganda. La morte di un carabiniere in servizio non può essere usata come orrido strumento politico contro i migranti”. Cosi Roberto Saviano su Facebook, commentando l’uccisione del carabiniere accoltellato a morte a Roma.

“Delinquenti politici che, per allontanare da sé i sospetti sui crimini commessi, non esitano a usare i più deboli tra voi”, scrive lo scrittore che poi rende omaggio al carabiniere: l’”onore di Mario Cerciello Rega che si è comportato da carabiniere” e “ha pagato con la vita”. Ma il collegamento tra l’assassinio del carabiniere e l’”orrido strumento politico contro i migranti” ha fatto insorgere numerosi utenti Facebook. “Per rispetto a questa morte assurda potevi limitarti semplicemente alle condoglianze della famiglia del ragazzo assassinato. Dici che gli altri strumentalizzano, tu fai la stessa cosa”, è uno dei tanti commenti al post su questo tenore. (Continua a leggere dopo la foto)


Anche Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: “Senza parole. E lui senza vergogna. Gli uomini della sua scorta dovrebbero ribellarsi, dopo quello che ha detto, e lasciarlo solo. E adesso attaccatemi pure. Non me ne importa niente”, ha concluso l’ex conduttrice e giornalista. Ha confessato uno dei due giovani americani fermati per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Rega Cerciello, ucciso a Roma con otto coltellate. “Sono stato io, l’ho ucciso io”, ha ammesso dopo quasi dieci ore davanti ai carabinieri di Via In Selci e agli inquirenti. A sciogliere i dubbi sul ruolo dei due, inizialmente sospettati solo di furto, è stato il ragazzo con i capelli mesciati, lo stesso già descritto dalla centrale operativa nelle prime ore della mattina e immortalato in una foto insieme al complice nella stanza dell’hotel. Sarebbe lui l’autore materiale dell’accoltellamento. (Continua a leggere dopo la foto)

Resta al vaglio il ruolo del secondo giovane americano. L’omicidio è avvenuto poco dopo le 3, quando un equipaggio della stazione di piazza Farnese è intervenuto in via Pietro Cossa, nel quartiere Pariti. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i due volevano comprare droga da un pusher a piazza Mastai,. Quando si sono accorti che gli aveva dato semplice aspirina, lo hanno seguito e gli hanno rubato il borsello per riavere i soldi. Sarebbe stato lo stesso spacciatore, ora ai domiciliari, a contattare i carabinieri, dicendo di aver preso appuntamento con i due statunitensi per la restituzione della borsa. (Continua a leggere dopo la foto)

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I due militari si sono quindi presentati all’appuntamento in borghese. Al momento dell’incontro però è scoppiata una colluttazione e uno dei due americani ha pugnalato il carabiniere colpendolo otto volte, una al cuore. Trasportato d’urgenza al Santo Spirito, è morto intorno alle 4 dopo un tentativo di rianimazione. A quanto apprende l’Adnkronos, nel borsello non sarebbe stata trovata droga.

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