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“I suoi dolci sono come Gioielli”. La pasticceria del noto chef, ecco quanto costa una tazza di caffè:

Quanto paghereste un bignè, una passerella o un cornetto dolce farcito? Iginio Massari, il “Maestro dei maestri pasticceri italiani”, come è scritto sul suo sito, a Milano ha aperto una pasticceria all’interno di una banca. Ne hanno parlato tutti, perfino all’estero, per cui abbiamo deciso di soddisfare la curiosità andando ad assaggiare alcune delle prelibatezze che il pluripremiato Massari, bresciano classe 1942 e ormai volto noto della tv, ha portato nel capoluogo lombardo da quel di Brescia (dove nel 1971 ha aperto la pasticceria Veneto). I locali della pasticceria Massari si trovano in via Marconi all’angolo con piazza Diaz, alle spalle del Duomo di Milano.

Una zona di uffici, banche e musei (vicino c’è il Museo del Novecento) che la sera lasciano spazio ai night club. Per assaggiare le delizie proposte da Massari, però, bisogna fare presto: alle 20 la sua pasticceria chiude. Non è per tutti questo posto: già dalla strada è forte il senso di straniamento che si prova a vedere cabaret di paste e cioccolatini (e anche i maestri pasticceri, che lavorano in un laboratorio “a vista” in una delle vetrine) accanto agli sportelli bancomat dell’Intesa Sanpaolo, che evidentemente si è “aperta” a nuove forme di sfruttamento dei suoi spazi: anche in corso Vercelli, ad esempio, c’è un bar all’interno di una filiale. Continua a leggere dopo la foto


Gli ingressi sono separati, ma una volta dentro la pasticceria ci si può recare sia agli Atm (gli sportelli automatici) sia nei veri e propri uffici della banca, entrambi comunicanti con la pasticceria. Nel locale tutto è moderno, luminoso e dà l’impressione di cura estrema ed eleganza. Già osservando le particolari confezioni in cui i clienti possono portarsi via paste, monoporzioni e le altre prelibatezze di Massari, si ha l’impressione che più che dolci si tratti di veri e propri gioielli: si tratta di scatole di cartone (tutte naturalmente firmate Massari, come d’altronde ogni cosa, dai tovagliolini alle tazzine del caffè) chiuse con un nastro di raso. Continua a leggere dopo la foto

“Non siamo in un ristorante stellato, per cui sicuramente anche i “comuni mortali” possono avvicinarsi al bancone e ordinare magari un bignè (a 1,5 euro l’uno, mentre il prezzo al chilo della pasticceria mignon è di 55 euro), un macaron (1,8 euro l’uno) o addirittura osare con una “monoporzione”, dolci che sono una delle specialità del pasticciere bresciano e che costano 7 euro l’uno (buonissima quella al limone). Ma se si passa alle torte o ai lievitati, come le tradizionali colombe pasquali o i panettoni, i prezzi aumentano: la colomba al momento della nostra visita era proposta nell’unico formato da un chilo al costo di 40 euro, stesso prezzo del panettone. Il panettone al cioccolato, specialità del maestro pasticciere bresciano, costa 44 euro al chilo”. Continua a leggere dopo la foto

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A molti non resterà dunque che ripiegare sul caffè, da consumare come tutto il resto rigorosamente in piedi (non ci sono posti a sedere, ma solo tavolini alti dove potersi appoggiare): viene servito a 1,20 euro, ma accompagnato da un bicchierino d’acqua, una rarità a Milano. Se poi proprio non si riesce a resistere al richiamo di praline e cremini (100 euro al chilo) o delle splendide torte esposte (a 55 euro al chilo), ci si può consolare con la vicinanza del bancomat per prelevare. Si tratta naturalmente di una battuta: da Massari c’è il Pos e si può pagare anche con carta di credito.

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