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Facebook, il terrore degli italiani è sui social. Arriva la (brutta) notizia che cambia per sempre le abitudini degli utenti

 

Contrastare l’evasione fiscale attraverso il monitoraggio dei social network. È questa una delle strategie che saranno adottate dall’Agenzia delle Entrate per la prevenzione e la lotta all’evasione contenute nelle linee guida pubblicate in una recente circolare, vero e proprio manuale di condotta per i vari uffici territoriali. ”Il fisco – spiega infatti lo Studio Cataldi – userà i propri 007 anche sui social network per contrastare all’evasione. Ma non solo. Le presunzioni nelle verifiche saranno messe all’angolo, sarà incentivato il confronto preventivo e le verifiche sugli immobili e i conti correnti saranno svolte con i guanti, puntando l’attenzione sulle grandi frodi e non sui piccoli importi. Più tempo anche per la voluntary disclosure che sarà chiusa entro il 30 settembre”.

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”Cuore nevralgico del contrasto – continua il sito di informazione legale – saranno le banche dati che serviranno a reperire le informazioni per gli accertamenti, ma che dovranno puntare verso un miglioramento qualitativo. Il direttore Rossella Orlandi invita cioè i suoi uomini ad un uso appropriato e all’apertura ad altre ”fonti” di analisi, come quelle dei social network, Facebook in primis, ma anche Twitter e Instagram, canali privilegiati di indagine. Si va verso un maggior ”garantismo” per gli accertamenti su case e immobili, con una focalizzazione sul confronto preventivo che, precisa la circolare, “costituisce la modalità istruttoria più valida” perché permette al contribuente di fornire chiarimenti e documenti utili a inquadrare più realisticamente le fattispecie oggetto di stima, pervenendo così a valutazioni ‘trasparenti e sostenibili”’.

Maggior ‘garantismo’, quindi, ma anche – e solo nei casi in cui ci sia un’elevata discrepanza fra quanto dichiarato e quanto stimato dal Fisco – la possibilità di accedere all’immobile o nei locali dell’azienda oggetto del controllo alla ricerca di ulteriori informazioni. ”Quanto agli accertamenti bancari – spiega infine lo Studio Cataldi -, l’amministrazione punterà sui ”pesci grossi”, ricorrendo alle indagini “solo a valle di un’attenta analisi del rischio dalla quale possano emergere significative anomalie dichiarative e quando è già in corso un’attività istruttoria d’ufficio”.

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