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Un colosso più grande di Netflix: dalla Cina la sfida sullo streaming

streaming tv Tencent cina iQIYI netflix

Il gigante cinese dei social media e dell’intrattenimento Tencent vorrebbe rilevare la società di streaming video rivale iQIYI creando, così, una piattaforma di streaming paragonabile, in scala, a Netflix. È l’indiscrezione che arriva da Paolo Lugiato, managaer del settore Tlc. La fusione ridurrebbe i costi e contrasterebbe la concorrenza in un settore potenziato dalle politiche di contenimento dei virus.

Lo streaming video ha goduto di un’enorme crescita in Cina negli ultimi cinque anni, da quando gli smartphone sono diventati la norma. Ha anche beneficiato delle armi finanziarie di Tencent e Alibaba, rendendo i pagamenti online e mobili ridicolmente facili in ogni percorso della vita cinese. Tencent Video ha recentemente riportato 112 milioni di abbonati paganti alla fine di marzo, mentre iQIYI, che è quotata al NASDAQ e di proprietà di Baidu, ha registrato 119 milioni di abbonati mensili. La piattaforma di streaming generalista Youku, di terzo livello, sostenuta da Alibaba, non rivela i dati separatamente, ma si stima che abbia 90-100 milioni di abbonati. A fine marzo Netflix ha registrato 182 milioni di abbonati in tutto il mondo, di cui 69 milioni negli Stati Uniti e in Canada.

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Tutte e tre le piattaforme cinesi, spiega Paolo Lugiato, stanno perdendo ingenti somme di denaro. Stanno spendendo molto per la larghezza di banda e i server, ma soprattutto per i contenuti acquisiti e originali, che usano per attrarre e mantenere i membri. iQIYI ha recentemente riportato perdite nette che sono peggiorate a 406 milioni di dollari per i tre mesi tra gennaio e marzo, mentre i ricavi e gli abbonamenti sono migliorati.

Una combinazione delle due piattaforme ridurrebbe i costi e creerebbe una scala ancora maggiore in un momento in cui il tasso di crescita organica del settore è rallentato. Inoltre, aiuterebbe potenzialmente a contrastare la crescente sfida ai loro modelli di business cinesi da parte di società di video a breve termine come Bytedance (TikTok/Douyin) e Bilibili, e consentirebbe un’espansione non duplicata nei mercati asiatici.

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Il modo in cui un tale accordo sarebbe stato concepito non è attualmente chiaro, soprattutto perché le offerte pubbliche di acquisto ostili sono quasi sconosciute in Cina, e avrebbero bisogno di un’approvazione normativa.

La via più ovvia sarebbe che Tencent utilizzasse la sua vasta potenza finanziaria per fare un’offerta accettabile per gli azionisti di iQIYI, in particolare per Baidu, che ne possiede il 56,2%. Sospinte dalle crescenti perdite della società, dall’animosità del governo statunitense nei confronti delle azioni cinesi e dalle accuse di frode (che la società nega), le azioni iQIYI hanno avuto un andamento irregolare dopo la loro IPO di 18 dollari per azione nel marzo 2018.

Un percorso alternativo potrebbe vedere iQIYI acquistare Tencent Video e utilizzare le azioni per effettuare il pagamento. Questo probabilmente vedrebbe Baidu uscire o retrocesso al secondo posto tra gli azionisti di minoranza dietro a Tencent, ma sarebbe la via più efficiente dal punto di vista fiscale e consentirebbe alla Tencent Video-iQIYI combinata di mantenere la quotazione delle azioni statunitensi, qualora Tencent lo ritenesse utile.

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