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“Una storia nera” di Antonella Lattanzi a Caffeina Festival 2017. L’autrice, al termine della presentazione del suo ultimo libro, ci ha concesso questa intervista. Le sue parole

 

Antonella Lattanzi è stata ospite di Caffeina Festival 2017 per parlare del suo ultimo libro “Una storia nera”, pubblicato da Mondadori. Il giorno dopo la festa di compleanno della figlia minore, Vito Semeraro scompare nel nulla. Vito si è separato da qualche tempo dalla moglie Carla. Ma la piccola Mara il giorno del suo terzo compleanno si sveglia chiedendo del papà. Carla, per farla felice, lo invita a cena. In realtà, anche lei in fondo ha voglia di rivedere Vito. Sono stati insieme per tutta la vita, da quando lei era una bambina, sono stati l’uno per l’altra il grande amore, l’unico, lo saranno per sempre. Vito però era anche un marito geloso, violento, capace di picchiarla per un sorriso al tabaccaio, per un vestito troppo corto. A due anni dal divorzio, la famiglia per una sera è di nuovo unita: Vito, Carla, Mara e i due figli più grandi, Nicola e Rosa. Ma, nelle ore successive, di Vito si perdono le tracce… Al termine della presentazione, l’autrice ci ha concesso questa intervista. Quando è nata la sua passione per la scrittura e in che modo l’ha coltivata? “Credo perché i miei mi facevano leggere molto da piccola. Facevo la terza elementare quando per la prima volta ho scritto in un tema che volevo fare la scrittrice, quindi penso di essere stata sollecitata dal voler imitare il piacere che provavo a scrivere libri”. (Continua a leggere dopo la foto)


Cosa ritieni che abbia il genere noir in più rispetto ad altri, cosa pensi possa attrarre di più il pubblico verso questo genere di libri? “Non credo che l’attrazione verso questo genere sia solo legata ad una curiosità verso il fatto “nero”, di cronaca, ma piuttosto l’originalità di incontrare attorno a quel tipo di vicenda personaggi che diversamente non incontreresti. Per quanto mi riguarda la scelta del genere noir è strettamente connessa alla volontà di analizzare in profondità la psicologia di personaggi che hanno a che vedere con la vicenda e che richiedono uno scavo interiore non indifferente”. (Continua a leggere dopo le foto)

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“Peraltro sono persone che esistono nella realtà ma che magari non incontriamo, perché sono indagate dal punto di vista del noir, quindi un omicida, un colpevole, un testimone. Sono tipologie umane comunque meno conosciute, meno esplorate e per questo esercitano su di me molto fascino”. Il motivo principale per cui ha accettato l’invito a Caffeina? “Sono venuta già altre volte e mi sono trovata molto bene, c’è un bel clima di fermento, il programma è fornito, ci sono occasioni di conoscenza e approfondimento, si mangia bene (ride)”.

Testo e intervista di Marta Paris.

 

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