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“Ci lascia un gigante”. Cinema in lutto, l’attore morto dopo un breve ricovero

  • Cinema

Piange il cinema mondiale. Attore e regista dal talento indiscutibile, si è spento a 77 anni. A dare la notizia è stato il figlio, spiegando come da giorni fosse ricoverato in ospedale a causa di perduranti problemi di salute. Non è chiaro se vittima di un malore o per colpa di una patologia che non gli ha lasciato scampo. Di certo, negli ultimi anni, la fortuna non lo guardato con occhi particolarmente benevoli. Aveva lottato contro un cancro.

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Poi era stato colpito da un ictus e, poco più tardi, da un infarto. Sono tanti oggi i messaggi di persone che lo piangono. Anche in Italia dove la sua avventura è iniziata negli anni ’80 grazie all’incontro con artisti del teatro e del cinema italiano Adriana Asti, Michele Placido e Nanni Moretti, lavorando poi al Piccolo di Milano e allo Stabile di Genova.


Morto il regista e attore polacco Jerzy Stuhr, aveva 77 anni

Un momento tanto importane che Jerzy Stuhr, che il mondo del cinema piange oggi, aveva definito centrale: “Tutto ciò lo devo all’Atelier di Formia e a Giovanni Pampiglione, che all’epoca mi invitò in questo magnifico posto… È stato il mio ingresso personale in Europa, nell’Europa del teatro e dell’arte”. A partire dal film Blizna (1976) inizia l’importante collaborazione con Krzysztof Kieślowski, per il quale interpreta fra gli altri Il cineamatore (1979) e Decalogo 10 (1989).

Esordisce con successo alla regia teatrale nel 1985 con il monologo Il contrabbasso di Patrick Süskind, del quale è anche interprete. Nel corso degli anni novanta dirige poi diverse opere shakespeariane. Esordisce invece alla regia cinematografica solo nel 1995, con Spis cudzołożnic, tratto da un romanzo di Jerzy Pilch. Nel 1997 la sua seconda opera cinematografica, Storie d’amore (1997), dedicata a Kieślowski, scomparso l’anno precedente, viene presentata in concorso alla Mostra del cinema di Venezia, dove vince il Premio FIPRESCI e altri riconoscimenti collaterali.

Ritorna a Venezia due anni dopo con Sette giorni nella vita di un uomo (1999). Il successivo Duże zwierzę (2000), da una sceneggiatura di Kieślowski, vince il premio speciale della giuria al Festival Internazionale del cinema di Karlovy Vary. Jerzy Stuhr ha ammesso che Caro diario (1993) di Nanni Moretti ha avuto un’influenza di rilievo per quanto riguarda il suo approccio autobiografico alla regia cinematografica. Nel 2011 interpreta il ruolo di Marcin Raijski, portavoce della Santa Sede, in Habemus Papam di Moretti.


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