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“La mia malattia…”. Vincenzo Mollica confessa: il dramma dello storico inviato di Sanremo

Le edizioni del Festival di Sanremo vedono da oltre 30 anni l’ ineguagliabile presenza di Vincenzo Mollica. Lo storico giornalista conquista la scena con le sue interviste sul balconcino dell’Ariston in collegamento con il Tg1 delle 20.00. Qualcosa però è cambiato. Mollica ha l’espressione sofferta di chi sta affrontando un periodo molto delicato. I problemi di salute di cui soffre sono stati resi noti durante un’intervista a Che Tempo Che Fa dello scorso anno. Trattasi di un glaucoma che ha ridotto del 95% le sue capacità visive.

“Dall’occhio sinistro non ci ho mai visto, a causa di un’uveite che mi colpì da piccolo, seguita da un’iridociclite plastica. I miei genitori mi portarono da un oculista in Calabria. Avrò avuto 7-8 anni. Origliai la sentenza da dietro la porta: ‘Diventerà cieco’. Da quel momento adottai una tecnica: imparare a memoria tutto quello che mi circondava, in modo da ricordarmene quando sarebbero calate le tenebre. Come mi ha detto Andrea Bocelli, abbiamo avuto la vista lunga”. Purtroppo il giornalista non è più lo stesso, ma nonostante le condizioni di salute in cui versa, anche quest’ano ha deciso di non abbandonare l’edizione 70^ del Festival della musica italiana. (Continua dopo le foto).


Sconcerta anche quel visibile tremolio alle mani: “Quello è il morbo di Parkinson. Non mi faccio mancare nulla. Ho pure il diabete. Sono un abile orchestratore di medicinali”. Ironizza il giornalista, pur consapevole di non avere piena autonomia e controllo delle sue capacità fisiche e motorie. L’inviato del Tg1 avrebbe dovuto andare in pensione il 27 gennaio, ma la Rai gli ha permesso di rimandare di un mese, per permettergli di seguire il suo ultimo Festival di Sanremo da inviato, arrivando così a celebrare i 40 anni di Rai. (Continua dopo la foto).

Dopo aver raggiunto il tavolo delle conferenze stampa, lo storico inviato del Tg1 ha detto: “Non ho proclami da fare. Fare il cronista è il mio mestiere e il Tg1 è stato la mia casa. Ringrazio tutti voi. Come dice Rosario, mi sono ‘amminchiulutu’. Con quel po’ di vista che mi è rimasta, cioè niente, vi posso dire con grande franchezza che me la cavo discretamente e mi tolgo dalle scatole perché vado in pensione”. E specifica: “Ho due compagni di viaggio, mister Glaucoma, che è un figlio di mignotta, e uno è mister Parkinson, che mi rende come una canzone di Celentano anni Sessanta. Ma me la cavo”. (Continua dopo le foto).

Infine, il giornalista ha ricordato un consiglio ricevuto da Federico Fellini: “Mi disse ‘Vincenzo, non sbagliare mai il tempo di un addio o di un vaffanculo, perché se lo sbagli di un solo secondo ti si potrebbe ritorcere contro’. E una cosa ve la posso dire: aveva ragione lui”. Vincenzo Mollica ironizza anche sul delicato tema della morte, perseguendo il tenore mostrato durante l’intervista nello studio di Fazio: “Io lo dico sempre, quando schiatterò, perché prima o poi tutti schiattano, voglio scegliere la mia foto sulla tomba, perché ogni volta che vado a un funerale ho l’impressione che il morto non avrebbe scelto quella foto sulla lapide. E allora io ho scelto che sulla mia tomba dovrà esserci la foto di Vincenzo Paperica, con la scritta: ‘Qui giace Vincenzo Paperica, che nella vita fu Mollica‘.

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