Una scoperta che entusiasma appassionati ed esperti di storia e archeologia: Stonehenge ha un sito “gemello”. Grazie all’impiego di strumenti hi-tech in grado di scansionare il sottosuolo, un gruppo di studiosi provenienti da tutta Europa ha scoperto un complesso neolitico a poco più di un chilometro e mezzo da Stonehenge. Si trova a una profondità di oltre quattro metri ed è formato da grosse pietre, disposte lungo una linea di tre chilometri. Ma c’è di più: il sito archeologico sembra essere dodici volte più grande di Stonehenge. I sorprendenti ritrovamenti sono 17 monumenti rituali precedentemente sconosciuti e risalenti al periodo in cui Stonehenge raggiunse la sua forma caratteristica. Decine di tumuli sono stati mappati in dettaglio, tra cui un lungo sepolcro antecedente a Stonehenge e un edificio in legno massiccio, probabilmente utilizzato per il rituale dell’inumazione dei morti a seguito di una complicata sequenza di esposizione e scarnificazione. Ci sarebbero anche enormi pozzi preistorici, alcuni dei quali sembrano formare allineamenti astronomici, ma anche centinaia di tumuli funerari dell’Età del Bronzo e del Ferro e insediamenti romani. Tutti mappati con scrupoloso dettaglio. E il capo del progetto di ricerca, Vincent Gaffney dell’Università di Birmingham, esulta: “Questo progetto ha rivelato che la zona intorno a Stonehenge è ricca di archeologia inedita e l’applicazione delle nuove tecnologie è in grado di trasformare il modo in cui gli archeologi ed il pubblico in generale potranno conoscere uno dei paesaggi più studiati sulla Terra”.