Vai al contenuto
Questo sito contribuisce alla audience di

Aiuta una donna a partorire e contrae l’Ebola. La storia del primo caso americano

  • Storie

La storia di Thomas Eric Duncan merita di essere raccontata. È stato un atto di compassione, anche se rischioso, a provocare il contagio di Duncan, il liberiano ricoverato a Dallas perché malato di Ebola, il “paziente zero” sul suolo americano, come lo hanno ribattezzato i media locali. Un reportage dell’Associated Press ha ricostruito la storia (poi rilanciata dall’Huffington Post Italia) del contagio, avvenuto a Monrovia, in Liberia, dove l’epidemia ha già ucciso quasi 2.000 persone. Tra questi morti c’è anche Marthalene Williams, una ragazza di 19 anni, insieme al bimbo non ancora nato che portava in grembo da 7 mesi. È per aiutare lei che Duncan si è preso il virus. Marthalene ha iniziato ad avere le convulsioni. I parenti e alcuni vicini di casa, tra cui Duncan, hanno pensato si trattasse di complicazioni legate alla gravidanza. Trovare un’ambulanza libera, in una città messa in ginocchio dal’Ebola, è stato impossibile, così hanno chiamato un taxi. Ci hanno caricato su Marthalene e sono saliti con lei. Duncan sul sedile davanti, al fianco dell’autista. Una zia, uno zio e almeno un altro parente dietro, assieme a lei. Ora sono tutti morti, o stanno lottando tra la vita e la morte.

(continua dopo la foto)


Il virus si trasmette con il contatto diretto di saliva, sangue e sudore, e tutti in quell’auto hanno toccato il corpo della donna malata. Duncan ora è ricoverato in isolamento in Texas, dove si è recato per far visita alla sua famiglia in America. Ma c’è un’altra storia drammatica, collegata a quella di Duncan. Dopo la morte di Marthalene, il quartiere in cui viveva anche Duncan è rimasto paralizzato dalla paura. Ora nessuno aiuta più nessuno, neanche una bambina rimasta orfana della madre. Mercy Kennedy ha solo 9 anni; sua madre è morta di Ebola, dopo essere entrata in contatto con i vestiti di Marthalene. L’Ap racconta di questa bambina che si aggira da sola per le strade, piangendo. Nessuno si azzarda a toccarla per darle un po’ di conforto. Troppo rischioso.

 

-->

Caffeina Logo Footer

Caffeina Magazine (Caffeina) è una testata giornalistica online.
Email: [email protected]

facebook instagram pinterest
powered by Romiltec

©Caffeina Media s.r.l. 2024 | Registrazione al Tribunale di Roma n. 45/2018 | P. IVA: 13524951004