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Yara, Massimo Bossetti non si arrende: lo grida dalla sua cella

  • Italia

Massimo Bossetti non si arrende. Lo grida con tutta la sua forza dalla cella del carcere dove sta scontando la pena dopo che i giudici della corte di Cassazione lo hanno condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’uomo, che ha sempre vicino la sua famiglia e che si è sempre professato innocente, spiazza tutti e non smette di sperare in qualcosa che, al momento, sembra molto difficile da realizzare.

“Voglio fare un appello pubblico a chi di dovere, a chi custodisce i reperti del mio caso: chiedo che venga garantita la massima custodia e conservazione, che non vengano distrutti come accaduto in altri casi, affinché un domani la mia difesa possa fare un’ulteriore accurata indagine. Il timore che possano andare irrimediabilmente distrutti è alto, basti vedere quanto è avvenuto nel caso di Rosa e Olindo… Non per niente come me sono stati allegramente condannati all’ergastolo due sprovveduti, i coniugi di Erba”. Continua dopo la foto



Il muratore di Mapello, in provincia di Bergamo, ha scritto una lettera, anticipata dal settimanale ‘Oggi’ a Marco Oliva, conduttore di ‘Iceberg’ su Telelombardia. Mentre racconta la sua attuale vita in cella, tra lo studio e il lavoro “Sto intraprendendo un percorso rieducativo, occupo il mio tempo in modo utile attraverso lo studio e le attività lavorative che il contesto qui offre”, Bossetti afferma ancora una volta la sua innocenza. Continua dopo la foto

“Lo ripeto e lo ribadirò finché ne avrò le forze, non sono io la persona che ha ucciso la piccola Yara, non ho minimamente idea di cosa potrebbe essere successo. Confermo la fiducia al mio legale, l’avvocato Claudio Salvagni e a tutto il suo pool che stanno percorrendo tutte le piste alternative senza tralasciare nulla di intentato”. Continua dopo la foto

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Bossetti, inoltre, annuncia di essere impegnato nella scrittura di un memoriale, un libro che servirà alla sua difesa quando sarà il momento di chiedere la revisione del processo.”Dopo quanto abbiamo subito io e la mia famiglia, è inevitabile la stesura di un memoriale, non crede?” conclude prima di firmare “Massimo Bossetti, prigioniero di Stato”.

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