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“Cosa c’era in quel sacco…”. Garlasco, De Rensis a bomba in tv: “Trovato subito dopo la morte di Chiara”

  • Italia

Il caso di Garlasco torna nuovamente al centro del dibattito pubblico, a distanza di oltre diciotto anni da quel tragico 13 agosto 2007, quando Chiara Poggi venne trovata senza vita nella sua abitazione di via Pascoli. A riaccendere i riflettori sul delitto è stata la trasmissione FarWest, condotta da Salvo Sottile su RaiTre, dove l’avvocato Antonio De Rensis, difensore storico di Alberto Stasi, ha rilasciato dichiarazioni destinate a far discutere. “Alberto Stasi non ha mai mentito e ha sempre fornito una versione unica sui fatti”, ha ribadito il legale, sottolineando la coerenza dell’uomo che continua a proclamarsi innocente, nonostante la condanna definitiva a sedici anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata.

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Nel corso del programma, De Rensis ha poi affrontato uno dei punti ancora oscuri della vicenda, lasciando trasparire dubbi e riserve su alcune dinamiche investigative: “A tanti anni di distanza da quando sono avvenuti i fatti rimangono molti ‘però’. Con il procuratore Fabio Napoleone stiamo vedendo una forza silenziosa che ha messo tutto in ordine. Vedo grande rigore, ordine ed efficienza. Questo è il coraggio di un magistrato”. Parole che sembrano un chiaro riconoscimento al lavoro del nuovo procuratore di Pavia, che sta ricostruendo con metodo i tasselli di un caso mai del tutto sopito.


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Ma non è tutto. Nel suo intervento televisivo, l’avvocato De Rensis ha riportato l’attenzione su un episodio spesso trascurato dalle cronache, quello del ritrovamento del misterioso sacco di vestiti rinvenuto pochi giorni dopo la morte di Chiara Poggi. “Trovo singolare l’episodio del ritrovamento del sacco di vestiti che avvenne pochi giorni dopo la morte di Chiara. In quel sacco c’erano scarpe e vestiti, che presumibilmente appartenevano a due uomini e forse a una figura non maschile”, ha raccontato l’avvocato, alimentando nuove ipotesi e suggestioni su possibili presenze estranee alla scena del delitto. Un dettaglio che, se confermato da ulteriori accertamenti, potrebbe riaprire un capitolo mai chiuso nella mente di molti italiani.

Intanto, sul fronte giudiziario, si moltiplicano gli sviluppi legati all’indagine della Procura di Brescia sulla presunta corruzione dell’ex pm di Pavia Mario Venditti, che seguì in prima battuta l’inchiesta sull’omicidio di Garlasco. In questo contesto, l’avvocato Fabrizio Gallo – legale di Massimo Lovati, a sua volta avvocato di Andrea Sempio – ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia Agi: “Martedì sarò in Procura a Brescia per capire se l’avvocato Lovati è indagato o meno. Vorrei chiarire come stanno le cose. In Procura a Brescia andrò da solo, Lovati non verrà. Allo stato delle cose, posso dire che non si avvarrà del segreto professionale ma bisogna capire in quale veste verrà ascoltato. Forse gli inquirenti vogliono ascoltare prima l’avvocato Federico Soldani e poi lui”.

La vicenda giudiziaria, che sembrava ormai archiviata con la condanna definitiva di Stasi nel 2015, ha dunque riaperto spiragli inattesi. Gli inquirenti di Brescia stanno indagando per fare piena luce su presunte irregolarità che avrebbero accompagnato le fasi iniziali del procedimento penale, e che oggi, con nuove testimonianze e nuovi documenti, potrebbero riscrivere alcuni capitoli di uno dei casi più discussi della cronaca nera italiana.

In attesa degli sviluppi, resta il peso di un mistero che continua a dividere l’opinione pubblica: da un lato la convinzione di chi ritiene Stasi colpevole sulla base delle prove già acquisite, dall’altro chi, come il suo avvocato, non smette di sostenere che “Alberto non ha mai mentito” e che, forse, la verità completa su quanto accaduto quel mattino d’agosto non è ancora emersa del tutto.


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