Tredici milioni di euro tra appartamenti, auto, quote societarie e conti correnti. Ha numeri da record la confisca disposta dal tribunale di Roma sui beni di Angelo Balducci, già provveditore alle Opere pubbliche della Capitale e presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, e ai suoi familiari. Quel tesoro secondo i giudici è stato accumulato grazie alla corruzione, pilotando verso un ristretto giro in imprenitori amici, la famosa “cricca”, appalti milionari, come quelli legati ai lavori per il G8 (mai svoltosi) della Maddalena, per i 150 anni dell’Unità d’Italia o per i Mondiali di Nuoto. Il tribunale ha anche disposto per Balducci un regime di sorveglianza speciale per tre anni, durante i quali dovrà soggiornare necessariamente a Roma. Ne è stata infatti ricnosciuta la “pericolosità sociale, quale soggetto dedito a traffici delittuosi e che vive abitualmente con i proventi di attività illecite”.