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Nuovi confini del sessismo. Un blog per segnalarli

Riepilogare in un blog tutte le uscite sessiste subite. A informare è una platea di donne molto ampia, a catalogare il tutto è l’inglese Laura Bates sul suo sito Everyday sexism project. Di offese sessiste ne ha raccolte ben sessantamila in soli due anni. C’è di tutto, comprese frasi vecchie come il mondo del tipo “Lo stipendio a casa lo porto io, il tuo sono briciole”. Anche il classico “Bene, guidi come un uomo” è considerato esempio di pari opportunità mai arrivate a livello di convincimento sociale. La stessa animatrice del blog spiega che «il mio obiettivo è dimostrare che il sessismo esiste, e non è scomparso come molti vogliono far credere visto che adesso le donne hanno più o meno conquistato la parità. E soprattutto voglio combattere quel modo di pensare per cui se ti arrabbi per un complimento osceno, non hai senso dell’umorismo o sei frigida». E non c’è primo o terzo mondo giacché le segnalazioni arrivano da ogni parte del mondo, compresi quei paesi (per esempio Australia e Regno Unito) dove si ritiene che la differenza di genere sia solo un ricordo. Questo è un momento storico di conclamate pari opportunità ma, come spiega Bates, la discriminazione si annida dietro le quinte, nelle relazioni interpersonali e la libertà femminile incontra resistenze profonde anche nei giovani uomini. C’è un nuovo machismo, diverso dal passato. Come spiega un’altra che ha condiviso la sua esperienza sul blog: «Mi sto specializzando in cardiologia, indosso un camice dove sopra c’è scritto il mio nome e il mio incarico. Nessuno però mi si rivolge chiamandomi dottoressa, ma apostrofandomi con “scusi signorina” o “ehi bella”».


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