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“Al ristorante avevo 34,2 di febbre…”. Cos’è successo ad Alessandro Gassmann: il racconto dell’attore

“Ieri al ristorante mi misurano giustamente la febbre… 34,2 praticamente morto, un ramarro. Ma ‘ste macchinette sulla fronte funzionano sì? Andiamo tranquilli? #famoafidasse”. L’accaduto è stato narrato su Twitter dall’attore Alessandro Gassmann, che ha commentato in questa maniera la misurazione della temperatura imposta nei locali. È una delle misure precauzionali di prevenzione dal governo per combattere i contagi da Covid-19.

Ma c’è un problemuccio, riscontrato per l’appunto anche da Alessandro Gassmann, il fatto che i termometri digitali non siano quasi per niente precisissimi. Un problema che stanno soffrendo in tanti agli ingressi di parecchi ristoranti, centri commerciali, negozi e locali notturni. In certi casi la “pistola” rileva temperature fin troppo alte, con il rischio di etichettare come possibile positivo-Covid una persona sana a tutti gli effetti. Altre volte però, così come è capitato ad Alessandro Gassmann, le temperature rilevate sono eccessivamente basse. La denuncia social dell’attore mette il sale all’interno di una ferita già spalancata a cui per ora sembra non esserci rimedio. (Continua dopo le foto)


In un’intervista al Corriere, Alessandro Gassmann espresse così il suo pensiero in merito al Coronavirus e alla crisi che ha avvolto il nostro paese e non solo. ” ‘Non odiare’ dovrebbe essere l’undicesimo comandamento. È importante, tanto più ora dove odio e violenza verbale (e non) sono sempre più presenti e l’avversario è sempre un nemico di abbattere. Chi ha la possibilità e la cultura per discernere deve metterci la faccia, favorire il dialogo. Non siamo bestie, possiamo ragionare. Sta scomparendo la generazione che visse gli orrori del fascismo e della guerra. Maestri preziosi come Camilleri, luce che ci manca molto. Lo stiamo già capendo ora con gli effetti della pandemia”. (Continua dopo le foto)

Un pensiero illuminato quello di Alessandro Gassmann, che di certo nonostante faccia parte di una generazione non più giovanissima, rientra nel gruppo di quelle persone che sanno vedere al di là del proprio naso. Alla domanda del giornalista “Che clima vede?”, l’attore conclude così il proprio ragionamento: “Pericoloso. Il virus ha acuito problemi e difetti. La crisi economica è pesante, per alcuni terribile. Siamo un paese impaurito e disinformato, quello con meno laureati d’Europa. Abbiamo già dimostrato di essere capaci di pagine orrende, complici ignoranza e paura”.

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