Ormai sono anni che tutto costa di più. Le retribuzioni hanno perso potere d’acquisto a causa dell’inflazione e oggi riempire un carrello della spesa porta via molta parte dello stipendio. Secondo i dati dell’Istat, nell’ultimo anno gli italiani si sono impoveriti: le persone in povertà assoluta sono 5,75 milioni, il 9,8% della popolazione, ed è la percentuale più alta registrata negli ultimi 10 anni.
Ovviamente a essere colpiti sono soprattutto le famiglie meno abbienti. La spesa, con l’acquisto dei prodotti alimentari, è la spesa che pesa di più sulle famiglie italiane e secondo diversi studi, il calo dei redditi, ha portato a scegliere di fare la spesa nei discount. La loro quota di mercato in Italia è passata dal 18,9% del 2019 al 23% del 2023.
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Spesa, come risparmiare grazie al metodo 6 a 1
Oltre ai discount, però, le famiglie possono cercare di risparmiare sulla spesa alimentare rincorrendo a uno stratagemma chiamato metodo 6 a 1. Una soluzione, diventa subito virale, promossa dal cuoco e food blogger americano Will Coleman, che ha studiato questo metodo di fare la spesa risparmiando, ottenere dei pasti organizzati e ben bilanciati e soprattutto senza spreco.
Il metodo 6 a 1 prevede l’acquisto di 6 verdure, 5 frutti, 4 proteine, 3 amidi, 2 salse o creme spalmabili e un dolcetto per un costo medio che si aggira attorno ai 40€ per 7/10 giorni. Questo modo di fare la spesa consente alle famiglie di avere una dispensa piena di diversi tipi di cibi e di non sprecare niente. In una intervista, lo chef ha spiegato il motivo per il quale ha pensato a questo metodo.
“L’idea alla base del metodo 6 a 1 nasce davvero dal fatto che sono stanco di diverse cose: sprecare soldi, sprecare cibo e passare ore al supermercato cercando di capire cosa comprare e cosa cucinare durante la settimana”, ha detto a Will Coleman.
Chi ha provato il metodo 6 a 1 si è detto entusiasta; alcuni parlano addirittura di un risparmio di quasi 100 euro. La convenienza è evidente perché il maggiore quantitativo di prodotti acquistati sono le verdure, notoriamente economiche e in grado di far ottenere diversi piatti “minimo sforzo, massima resa”.