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“Entro due anni l’Italia uscirà dall’euro”. Torneremo davvero alla lira?

Non è una richiesta di parti politiche euroscettiche, ma una analisi proposta dalla testata britannica The Guardian. “L’Italia si prepara a imboccare l’uscita. Anche se l’ipotesi di uscire dall’euro può sembrare fantasiosa per uno dei membri fondatori, c’è una crescente sensazione che fra non più di 2 anni da oggi, Roma sarà nuovamente amministrata dalla propria moneta. I dati della scorsa settimana hanno fotografato un paese in profonda crisi. Con un Pil inferiore del 10% rispetto a prima della crisi finanziaria, l’Italia è bloccata da una profonda depressione. Tutti gli sforzi per rilanciare l’economia hanno fallito, tale è la natura sclerotica delle norme fiscali, del mercato del lavoro e delle sue regole. Tutto questo ha impedito il progresso verso un’economia più efficace libera da sussidi e benefici tradizionali”. Questa è, secondo gli analisti londinesi, la situazione dell’Eurozona in generale e dell’Italia in particolare. Gli stessi tentano di mettere in evidenza un cambio di pensiero profondo nel nostro paese, anche a livelli di classe dirigente. “C’è stato un tempo in cui la classe media italiana non voleva sentir parlare di un’uscita dell’euro. Grazie all’euro hanno mantenuto i loro risparmi e tutte le altre attività, in particolare le loro proprietà, hanno goduto di un valore sicuro con la moneta unica. L’uscita dell’euro avrebbe portato a un enorme calo della ricchezza. Questa paura sembra essere evaporata oggi. Più in generale, le mancate promesse di crescita hanno fatto mancare sostegno di Bruxelles e della Banca centrale europea all’Italia”.

(continua dopo la foto)


“Gli italiani – prosegue l’analisi del quotidiano britannico – hanno aspettato tre anni che il capo della Bce Mario Draghi iniziasse a stampare moneta coma la Banca d’Inghilterra e la Federal Reserve. Draghi parla all’infinito di immettere liquidità nelle economie in difficoltà della zona euro, per poi tirarsi indietro. La settimana scorsa è successo di nuovo. Ma anche quando una spinta di Draghi viene messa in pratica, è improbabile che sia efficace. Gli italiani stessi lo sanno. Hanno bisogno di una svalutazione della moneta. E’ l’unica via di salvezza. I giapponesi lo hanno fatto. Questo può essere un buon modello di riferimento, a differenza di quanto stanno facendo gli altri Paesi più importanti creando un enorme debito nel settore pubblico. Non si possono commettere errori, un ritorno alla lira sarà doloroso. Eppure sembra che gli elettori siano disposti a contemplare questa possibilità per fermare la deriva dell’economia italiana.”

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