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Dipendenti statali, dopo le novità su scatti di anzianità e posto fisso ecco come cambieranno gli uffici pubblici

 

Inizia a trapelare qualche notizia sul nuovo testo unico del pubblico impiego. Anche se il testo complessivo è ancora “Top secret” si sa qualcosa su quella che sarà la nuova vita dei dipendenti pubblici. Di certo sparirà l’idea del posto fisso, è previsto il licenziamento, dopo due anni, dei lavoratori dichiarati “eccedenze” rispetto alle “esigenze funzionali o alla situazione finanziaria” dalle singole amministrazioni. E verrà eliminato il meccanismo degli scatti di anzianità, sostituendolo con una valutazione anno per anno che può portare a “premiare” non più di un lavoratore su cinque.

La bozza del Governo sul nuovo testo unico del pubblico impiego spinge ance su un altro versante, quello del telelavoro: almeno il 10% dei dipendenti pubblici, se lo chiederà, dovrà essere messo nelle condizioni di lavorare da casa, o comunque da fuori ufficio. L’obiettivo dovrà essere raggiunto entro tre anni dall’entrata in vigore delle nuove regole.

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La “conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” è l’altra faccia della medaglia di un provvedimento che, per il resto, ha messo sull’allarme tutti i sindacati di categoria. Un’altra faccia “buona”, che prova a semplificare la vita familiare del dipendente pubblico. Due esempi: gli uffici potranno stipulare accordi con asili nido e scuole materne, non solo per convenzioni sulle rette ma anche per i centri estivi. Mentre viene allargato a tutti, con la sola eccezione di militari e forze di polizia, la possibilità di ottenere il part time, l’orario di lavoro ridotto.

Il ministro Madia, che ha incontrato i sindacati sul rinnovo di un contratto fermo ormai da sette anni, ha chiarito i tempi del nuovo testo unico. Se ne parlerà a gennaio, ha detto, dopo il referendum costituzionale di ottobre e dopo una nuova consultazione coi sindacati che avranno ancora qualche mese di tempo per inviare le loro proposte. Per quanto riguarda il rinnovo del contratto, i rappresentanti dei lavoratori hanno chiesto al governo di mettere sul piatto altre risorse rispetto ai 300 milioni di euro stanziati nell’ultima legge di Stabilità. Il ministro ha detto che nuove risorse arriveranno se ci sarà sviluppo, confermando l’intenzione di non seguire più la strada degli incentivi a pioggia.

L’obiettivo dell’Esecutivo è privilegiare i redditi più bassi. Ma è stata definitivamente archiviata la soglia dei 26 mila euro lordi l’anno circolata nelle settimane scorse. Se gli aumenti fossero davvero concentrati al di sotto di quella soglia, il rinnovo rischierebbe in molti casi di annullare il bonus da 80 euro, visto che la misura è riservata proprio a chi guadagna meno di 26 mila euro. Per questo è probabile che i nuovi soldi finiscano non ai meno abbienti ma ai premi di produttività.

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